Io credo che le teorie sulla reincarnazione esprimano soprattutto quanto l'uomo non sappia accettare di essere caduco. E probabilmente vale
anche per le religioni e il trascendente in genere : abbiamo bisogno di credere in qualcosa che ci trascenda, un'entità infinita, illimitata, di
cui faremo parte dopo che il nostro corpo si sarà dissolto e l'esistenza terrena, questo breve volo, sarà terminata.
Come potremmo accettare, soprattutto quelli di noi più motivati e pensanti, che davvero si nasca per morire, che quello che facciamo, le nostre
ambizioni, le nostre mete, i nostri sogni, quello che riusciamo ad essere, di bello, di buono, di convinto, debba venire beffato dallo schiaffo
improvviso del nulla, inghiottito nel nonsenso?
E' di un senso che abbiamo bisogno, per consolarci di dover finire, ma soprattutto per non essere presi dall'esasperazione della vacuità di tutte
le nostre azioni, del nostro esistere. Quell'esistere di cui ci sentiamo nostro malgrado protagonisti, i più importanti del creato, alla faccia di
modestia, buon senso, della razionalità stessa.
La morte è sempre degli altri, un'entità esterna che pare non debba riguardarci, e viviamo, tranquilli, beati, fiduciosi, spesso egoisti, tanti
anche sopraffattori, avidi, sordi, eminentemente menefreghisti di chi a un tiro di schioppo soffre o è solo. Come se si contasse solo noi.
Noi, gli immortali.
Ma non è vero niente. Viene il giorno, anche per chi si è schierato pateticamente fra gli immortali, che percepisce che dovrà lasciare tutto.
La sua preziosa testa, i suoi preziosi beni, la sua povera " superiorità ", le mete che ancora rincorre con la frenesia dell'ingordo o del bendato,
la gente che ha saputo accaparrare alla sua causa, alla sua persona, al suo interesse.
Allora è allarme.
Si reagisce in modo diverso. I più terra a terra, moltiplicando le occasioni di " vita ", ossia i piaceri e gli arraffamenti, compreso l'arraffare le
persone. Chi ha una religione, si rifugia nelle risposte sul " poi " approntate provvidenzialmente da quella, e ci si attacca.
I migliori, dopo essersi facilmente tormentati e aver percorso la strada del pensiero, possono approdare all'idea di una forma di immortalità
pur nel mutamento del corpo, come è ad esempio la reincarnazione.