Autore Topic: Lei  (Letto 584 volte)

presenza

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Lei
« il: Agosto 03, 2015, 23:21:08 »
E raccontare poi di lei, di quando quella volta cominciò a pensare che vivere ed amare fosse la stessa cosa. E rincorreva i sogni come fossero farfalle, e poi ne ne ha acchiappato nemmeno uno. Mi è venuta in mente proprio oggi quando l'ho incontrata seduta su quella panchina all'ombra di un'acacia a bere un te ghiacciato con la menta dentro.
Lei, lei era speciale con la sua voglia dentro e niente tra le mani, andava in giro con un lecca lecca in bocca e sorrideva a questo e quello anche se non ne conosceva alcuno. Diceva sempre d'essere innamorata dell'amore, ed io non la capivo, come se fosse semplice amare un'entità quando la vita è fatta solo di cose che puoi toccare e basta. Ma lei insisteva e si faceva bella, e certo lo era racchiusa dentro alla sua gonna verde preferita, e s' innamoravano di lei e dei suoi modi, degli occhi a stella quando ti fissava e vedevi che brillavano, e dei sorrisi quando lasciavano scoprire il sole dentro, quello che pochi hanno e lei aveva.
La verità è che lei non amava nessuno, erano gli altri, sempre, ad accorgersi di quella donna minuta, coi suoi capelli a onda e di un colore strano a metà tra il biondo e il bianco  e con un fiore rosso a chiuderli sulla nuca. Lei non faceva alcuno sforzo, guardava e basta e sorrideva, di quel sorriso che non lasciava spazio per pensieri antichi, e questo a lei bastava come fosse tutto. Un giorno l'ho capita, quando la luce non l'ho più trovata ho capito che se n'era andata appresso ai suoi pensieri dimenticando il tempo e tutto il resto. Qualcuno aveva chiesto di più di quel sorriso e lei si era asciugata come i panni stesi al sole, le reti lunghe, distese in piazza, e quelle statue d'argilla con le forme strane.
Ed i perché li aveva tutti dentro, racchiusi come fossero gomitoli di lana magari azzurra o rosa col mistero. Uscivano poco alla volta da quella sua piccola testa, e dopo un attimo diventavano macigni. Lei non ne reggeva nemmeno uno, per questo spesso la trovavano svenuta. Dicevano sempre troppo minuta per reggere questo peso. Così in poco tempo  ha raccattato tutto  e se ne è andata via per sempre. Aveva paura di saltare il fosso, tutte le volte come fosse stata la prima volta, ma poi alzava l'orlo della sua gonna a pieghe e cominciava a correre anche se il giorno prima era stata ad implorare.
Non sapevo niente di lei fino a quando seduta accanto a quell'acacia l'ho riconosciuta come fosse nuova.
Nemmeno il coraggio di fermarla ho avuto e lei già da lontano guardandomi s'era voltata. Era sola seduta su quella panchina, ed io vedendola non mi vergogno affatto a dire che lei era mia madre.

ectobius

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Re:Lei
« Risposta #1 il: Agosto 04, 2015, 11:26:23 »
Hai descritto mirabilmente uno di quei personaggi che mi hanno sempre affascinato. Posso dire di uno scrittore svizzero: Robert Walser... e di un mio amico, Ronny, che non vedo più da anni ché si è ritirato in solitudine e silenzio in un qualche luogo incantevole di montagna che aveva sempre amato scalare in lunghe passeggiate, per lo più solitarie.

presenza

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Re:Lei
« Risposta #2 il: Agosto 04, 2015, 15:52:47 »
Grazie!

nihil

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Re:Lei
« Risposta #3 il: Agosto 05, 2015, 17:35:36 »
uno splendido affresco che il tempo non sciuperà mai.