Autore Topic: Iato  (Letto 385 volte)

ectobius

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Iato
« il: Luglio 13, 2015, 17:03:15 »
Non so nulla delle umbratili figure che si sciolgono nel cielo sulfureo simile al cielo del giorno del giudizio Immagini remote e pallide, come appartenessero a fiabe, saghe e leggende. È la voce stessa del passato, che vediamo e ricordiamo solo in confuse immagini nella confortante nebbia di uno strategico oblio. Il mondo è tramontato, appena ieri, ma in maniera tanto più irrevocabile.
Binari di vita di un tempo… volutamente spezzati, interrotti, e infine perduti nella volontà illusa di ritrovarli… li segui con la stessa disperazione con cui un ubriaco cerca la via di casa dopo una notte di bagordi.
I ricordi!…
“Queste ombre troppo lunghe per il nostro breve corpo... questo strascico di morte”… si accendono in noi per un attimo; splendono su un lampo di visione che viene a coincidere in quel momento con uno stato d’animo che ci fa vibrare; eco istantanea; folgorazione… colore odore suono tangibilità. Tutto in un attimo che non è possibile evocare a piacimento, comunque frazione magica nel continuo equivoco su ciò che crediamo di vivere e ciò che viviamo in realtà. Frammenti in cui si sono perduti i nostri presunti paradisi.
Ombre e larve nel mondo problematico e nebuloso nel quale ci siamo perduti... un mondo nel quale non c’è posto per la fervida e nostalgica curiosità della fanciullezza.
L’Io è diviso… si frantuma e dissemina, lasciando irrecuperabili brandelli di se stesso nei luoghi e nei momenti della sua storia… identità inafferrabili!, evanescenze destinate a disperdersi, ché la vita, nella sua corsa, si lascia alle spalle l’esistenza in progressiva mutilazione, e si perdono, a una ad una, come strati di pelle:  maschere in fuga.
Ogni nostro amore è un continuo inseguimento, tentativo di raggiungere l’eco sempre più tenue di un misterioso riconoscimento risonato dentro di noi… Menzogna!, esistenza puramente letteraria.
E vien l’ora in cui tutti i nostri abituali legami diventano caduchi e vuoti; viene il giorno in cui i vecchi pascoli sono isteriliti, e noi, eterni nomadi, dobbiamo cercarne di nuovi, incapaci come siamo di coltivare il nostro campo.
Fra l’io e la vita si apre uno iato, e non è più la tua vita.

Una casa, una famiglia Nessuna certezza.
Cane randagio uso a ricevere pedate gironzola, disorientato, in un manicomio confuso tra i tanti contraddittori dettagli del luogo… impossibili da decifrare.
Cose, luoghi, presenze Inquietanti accadimenti… una miriade!, e una sola verità Quella del perdente che ha perso il filo della propria vita al punto di aver rotto i ponti con la storia, e che, in ginocchio, tra un attimo affonderà perché non sa che fare per ricomporla, la propria vita dimenticata Non sa dove rintracciare un motivo intorno a cui rinnovare le illusioni, darle un senso… alla propria vita.
Niente!
Tutto risulta falso nell’ingarbugliato eccesso di confusi pensieri: la turbinante sarabanda di un andare e venire.
Un prevedibile futuro corrisponde così poco a quello che si è stati e poi diventati, mentre ritornano, di quando in quando, immagini remote e pallide, come appartenessero a fiabe. Saghe e leggende, una realtà, fatta di cose che sembra non ci appartengano, che immediatamente si cancellano per imporre la concretezza provocando spavento. Cose che ci accorgiamo non sono più nostre, mentre ancora risuona l’eco lontana e distorta di un mondo tramontato in maniera irrevocabile.
È un mondo tutto nuovo, questo, ove c’è abbondanza di tutto… ma nel cattivo; ove possono succedere cose che si ritenevano impossibili. Ed è talmente strano quel che sta succedendo, che si finisce  col pensare  di star sognando.
Può succedere di tutto!, anche che un clownesco farabutto truffatore si proclami inviato dalla Provvidenza e diventi signore dei comportamenti e quindi delle nostre non vite.
 Non ci si può perdere in fantasie, eppure… eppure ha un suo splendore magico quella eco! Quel flash che a volte si accende in noi per un attimo; uno di quei momenti fondamentali che ci fanno vibrare nella fuggevole istantanea folgorazione di un altro mondo: eco di colori, odori, suoni… frammenti di un presunto paradiso.
Frazione di secondo!, ma frazione magica!
Equivoco!
Che presto si dissolve in ombre e larve nelle nebbie del mondo problematico nel quale siamo perduti, nel quale non c’è posto per la fervida e nostalgica curiosità della fanciullezza.
Contrada piena di malinconia e segreto tormento.
Fra l’io e la vita si è aperto uno iato… e questa non è più la tua vita. Mentre il cosiddetto progresso avanza con passo da vincitore e riduce a legna gli alberi.
Questa che dovrebbe essere la tua vita, ed è, invece, una spremuta d’angoscia.
Più tempo che vita, mentre l’anima vorrebbe volarsene via.

Ai ev e drimm…
Si, scritto proprio così
Ché il sogno era di tutti
Anche di chi non conosceva l’inglese
Io l’ho avuto!, il sogno
Ma che fine ha fatto?

“Che non se ne parli più!”.

presenza

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Re:Iato
« Risposta #1 il: Luglio 15, 2015, 22:44:21 »
Riflessione amara e tuttavia nostalgica di qualcosa che non ritorna, come tutto, come i ricordi appunto...