I Vizi Capitali

[Annabel]

Vorrei parlare dei sette vizi capitali, spiegarli singolarmente, poiché pur essendo il nostro un Paese profondamente cristiano, negli ultimi decenni stiamo assistendo ad un  forte degrado dei valori  (non starò ad analizzarne le cause) che erano (e restano) il fondamento del vivere civile. Di fatti, i Vizi Capitali pur essendo espressione della religione, sono tuttavia delle abitudini sbagliate del comportamento umano studiati e considerati anche dalla psicologia e che possono essere sintomi di disturbi psicologici.

 I vizi capitali sono sette: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia. Vengono definiti "vizi capitali" non perché sono i più gravi, ma perché da essi scaturiscono tutti gli altri peccati o, se vogliamo parlare in termini psicologici, danno orgine a comportamenti dannosi per sé e, o per gli alti.

[Annabel]

Occorre allora conoscere i vizi capitali per poterli combattere e liberarsene. È bene tener presente che soltanto evitando i vizi si possono sviluppare le virtù.

[nihil]

vizi e virtù hanno la loro ragione d'essere, sono gli ingredienti dell'essere umano. Fortunatamente le dosi variano, essuno è solo vizioso e nessuno è solo virtuoso: così è!

[Annabel]

LA SUPERBIA


La superbia, dal latino  "superbia" derivante a sua volta da "superbus" (superbo) nasce dall'egocentrismo e dalla poca stima degli altri;  dall'eccessivo valore che si attribuisce a sé stessi. Essa   è una ricerca disordinata della propria vanagloria. Intendendo per "disordinato" tutto ciò che non è ordinato, che esula, non rientra in un giusto ordine che porti ad una personalità equilibrata. Chi è schiavo della superbia adora e loda sé stesso... Ma, come si dice... :"Chi si loda si imbroda"!
È normale sentire un giusto amore per sé affinché si consolidi il sentimento di rispetto per sé stessi e la propria dignità. È sbagliato assumere atteggiamenti di esaltazione della propria persona ritenendosi superiori, eccezionali, impeccabili. Le conseguenze sono: diventare presuntuosi, prepotenti, disprezzare gli altri, diventare ingrati, irriconoscenti dei sacrifici e dei meriti altrui (a volte arrogando a sé il merito ed il lavoro  di altri); egoisti. Fa parte di questa categoria chiunque offenda e umilia il prossimo; chi cerca di scavalcare gli altri infischiandosene dei diritti altrui; chi non vuole comprendere rispettando la personalità ed i problemi degli altri mentre è disposto subito ad esprimere giudizi; chi è egocentrico e ama essere al centro dell'interesse degli altri; chi non rispetta e offende le altrui opinioni; chi esagera quello che fa per sembrare straordinario.

[nihil]

niente niente sei Pata89?
 

[Birik]

A me sembra orizzonti verticali

[Annabel]

Raffigurazione della Superbia. Cattedrale di Chartres, una delle più belle cattedrali gotiche della Francia.

[Annabel]

L'AVARIZIA

Anche l'avarizia può essere una disordinata manifestazione di egoismo nell' eccessivo attaccamento verso i beni materiali. Il desiderio malato di accumulare ricchezza per il proprio esclusivo piacimento e vantaggio anche a danno altrui. Scarsa disponibilità di servirsi o donare ciò che si possiede. È buona cosa amare i beni materiali e prendersene cura; possedere una moderata e guadagnata ricchezza ed accrescerla, utilizzandola per le necessità personali e familiari, non dimenticandosi dei poveri. Oltre ad essere fuorilegge, sono senza dubbio avari coloro che non pagano le tasse (a meno che non possono pagarle); i ricchi evasori fiscali; chi presta denaro ad usura; chi accumula denaro illecitamente. È avaro inoltre chi non compie il bene che potrebbe fare.  Altro che Paradiso avranno alla fine! L'unico paradiso che conosceranno, sarà, al massimo, il "paradiso fiscale".

[presenza]

In verità il più grande vizio in assoluto è la menzogna, quella che tutti utilizziamo a danno di noi stessi e degli altri. E tutti mentiamo, non esiste persona che non lo abbia fatto, non lo faccia, o non lo stia facendo in questo momento. Perciò lascerei per un attimo da parte la questione scendendo di un gradino e considererei l'uomo nella sua vera essenza, quella dell'imperfezione, per riconoscergli poi la capacità di sperimentazione, quella che gli ha permesso e permetterà nel tempo e nella storia, nell'oggi e nel domani di sbagliare per indovinare, proprio perché senza l'una azione non può esserci l'altra. Così va il mondo.