Il cuore gli batte forte e non sa cosa farsene delle sue braccia, così le tiene incrociate sul tavolo del bar. Lei arriva, puntualissima. Una puntualità che lo spiazza un po'. "Ora penserà che sono cotto di lei, visto che sono arrivato in anticipo", pensa lui. La vede avvicinarsi, e si chiede se è meglio alzarsi e andarle incontro, sorriderle stando seduto, farle un cenno con la mano, o rimanere impassibile facendo finta di niente. "No, questo no.. Rimanere con le braccia incrociate è segno di chiusura, poi magari capisce male.. Ah no, il segno di chiusura erano le braccia conserte; le braccia incrociate..dunque, le braccia incrociate..boh, non so se hanno un significato". Lei, intanto, come un leggero ma sferzante vento primaverile, arriva al tavolo decisa, con un sorriso radioso simile a quello con cui l'aveva salutato tre sere prima. "Continui a posare per un ritratto oppure ordiniamo qualcosa?", gli dice. Prima ancora di chiedersi quale sentimento possa nascondere tale domanda (ironia, disprezzo, compassione, simpatia o nulla di tutto ciò), o forse proprio per questo, lo assale una certezza: "No, così non troverò mai una donna". Si alza. "Ok. Tu cosa prendi?".