L’onestà intellettuale esiste?
Cosa significa onestà ? Questo sostantivo deriva dal latino “honestas”, che discende da “honestus” (= onesto), e l’honestus, ci insegna Cicerone, è chi è degno di onore. Ma nel senso comune del nostro tempo onesto è chi non ruba e non imbroglia, chi non si impadronisce del denaro altrui. Però la storia concettuale del vocabolo narra vicende più complesse. A cominciare dalla differenza sessuale, indicatore oltremodo sensibile in tutti i casi di polisemia, tanto più quando sono in gioco non solo gli onori ma anche le virtù. Per esempio, la donna onesta è illibata, destinata a divenir moglie fedele e madre esemplare. Il suo onore e la sua virtù stanno nel rispetto delle regole fissate da padri e mariti.
Dante Alighieri usò spesso nelle sue opere l’aggettivo onesto, per esempio nella “Commedia”, nel X Canto dell’Inferno: "O Tosco che per la città del foco / vivo ten vai così parlando onesto, /piacciati di restare in questo loco.”; nel sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare “, contenuto nel XXVI cap. della “Vita Nova”.
L’onestà è una virtù, un ideale da praticare nella quotidianità, è la caratteristica di una persona che agisce in modo etico, con rettitudine, lealtà, giustizia, sincerità, in base a principî morali ritenuti universalmente validi, e che si astiene dal commettere il male.
E “gli intellettuali onesti” sono quelli che sanno riconoscere come eticamente giuste le opinioni altrui senza voler imporre la propria ragione; sanno non guardare le cose dal lato sbagliato del “cannocchiale” ed accettano l’oggettività anche se contraria al proprio interesse o alle proprie convinzioni.
"Onestà intellettuale" significa non farsi sopraffare dal proprio ego e di poter dire all’interlocutore: "hai ragione !”
Onestà intellettuale è anche comprendere come una propria convinzione abbia risvolti nel contesto, perciò è necessario contestualizzare le proprie opinioni e credenze in ambiti diversi da quello nel quale si sono inizialmente sviluppate. Se cambio il contesto la medesima teoria o convinzione può variare di significato.
Il rapporto di onestà è fra conoscenza e coscienza, che apre al contraddittorio la propria opinione. L'atto di onestà intellettuale apre al dialogo, all'ascolto e al confronto con le opinioni altrui, mina il pregiudizio, l'apriorismo sulla propria presunta verità. La conoscenza si attua fra pregiudizi, intuizioni, correzioni, nel contesto dell'esperienza.
Onestà intellettuale è anche sapere che c'e' sempre da imparare. Ci vuole umiltà, bisogna ammettere di essersi sbagliati, di saper cambiare opinione.