Mi sono levato che è ancora buio… buio anch’io.
C’è silenzio.
Un libro?, per riprendermi anche solo un po’ da questo stato che mi impietrisce?
Ma no!, non è la mattina giusta, e un libro stavolta non mi salva.
Albeggia ed è tutto grigio e piove… nel grigio gli alberi spogli e contorti e grigi là fuori, infangati di smog, il rumore della pioggia, e questi vetri sono come uno schermo che mi rimanda tutto un romanzo… bilanci… imprese in rosso…
La luce si fa largo a fatica sporca e bagnata… il baricentro squilibrato.
Penetro lo sguardo oltre il vetro e le crepe, le macchie sul muro dall’altra parte della strada non formano immagini Non capto nulla di significativo al di fuori di me… non fiuto odori, non ascolto rumori… sono chiuso nel mio romanzo. Neanche il cane che abbaia non mi fa incazzare con i suoi più insensati latrati.
Ieri sera un’ombra era passata rapida al di là dei vetri…
SPLASH!!!
Un flash!
E non ho avuto il tempo, né la vivacità per riflettere.
E ora è torpore.
Torpore nero a livello stabile, che almeno crescesse fino ad angoscia, che potrei piangere, urlare e qualcuno verrebbe a consolarmi con una carezza… lunga tra i capelli, mentre mi lascerei scivolare sul divano… lentamente per non perdere il contatto con la carezza… che non si distolga… e senza parlare lentamente scivolare nel sonno… o nella morte sulla musica di un lungo requiem… a scelta: Cherubini… Mozarth… Verdi… Britten…
Ho innestato le cuffie, mi siedo al computer col requiem.
Mail di cazzate!… Un tempo le cazzate mi piacevano, anche.
Evviva le cazzate!!
No, ma sono un nevrotico ormai con livello di malinconia costante già anche in tempi normali… e in genere sopravvivo senza arte e sono anche misteriosamente svagato… a volte e nonostante… Ma questa mattina!… dopo quel flash...
A volte è anche grande la voglia di tirarmi fuori senza pensare… proprio nel senso di andare in giro senza meta… che ho letto da qualche parte di uno che si era tirato fuori ed aveva intrapreso un viaggio a piedi da costa a costa USA… da est a ovest… ed era diventato così magro che lo chiamavano Kyrie… e suonava una chitarra e non immalinconiva… portava in giro vaffanculo e leggerezza… libero.
Ma io non sono come lui.
Io ho il pregio di immalinconire invece… sono contagioso… una lebbra sono, e per potere sovrannaturale semino malinconia… e non so nemmeno suonare la chitarra… ma almeno i pensieri volerebbero liberi lontano nella campagna, come cani sciolti… Senza reticolati… gli spazi… i rumori… gli insetti spiaccicati… vita e morte sdrammatizzati nel fluire…
O, chissà… l’inconscio… la voglia di uscire fuori da tutto e ripartire da zero”.
Ed ecco che sto elemosinano
Mi dovrei far curare… Anche il cane dovrebbe essere curato che abbaia il suo non voler stare rinchiuso… il suo voler essere un cane… Io vorrei solo essere un uomo… senza reticolati… E per questo bisogna essere soli… Basta? Per abbattere ogni reticolato…
C’è chi ha bisogno di farmaci… E sono chi ha lesioni al fegato… chi le ha allo stomaco o ai reni, le sue lesioni…
Che io ce l’abbia nel cervello, la lesione? N
Ma non ci sono lesioni nel cervello dei disagiati, e per curarli bisogna piuttosto produrle le lesioni… in un cervello disagiato… Elettroshock… Perché non lobotomia?… Ce n’è tanti che si autolobotomizzano a seguir stronzate… Altri sono più seri e usano droga… anche incidenti stradali per sopravvivere vegetali in serra.
Ho incontrato dei tossici morti che gli hanno sparato il narcan in vena… cinque fiale… e ritornavano in vita incazzatissimi per essere stati riportati in vita… Il momento della morte dev’essere così dolce!…
Masse di lobotomizzati.
Mamma, che confusione: tu non sei quello nello specchio… Reeves era superman ed era poi in carrozzella… Io non sono io… e chi e quello nello specchio? Questo che mi è antipatico e gli sputo in un occhio…”.
Mi sono scosso, infine.
No, non debbo lasciarmi andare alla disperazione, non ha senso. La mia condizione richiede uno sbocco, anche solo momentaneo: devo uscire dal limbo di questa stanza che non mi concede né chiarezza d’idee né disinteresse…
Cosa mi è successo?
Improvvisamente ogni avvenimento, anche il più normale e banale, ha chiesto di essere valutato e collocato, e sono caduto nella trappola…. Imprudentemente ho addensato immensi nuvoloni neri, l’uragano è scoppiato puntuale e vivo ora una grande confusione e le idee si abbozzano e vaporizzano.
Ho smesso di lavorare ed ho lasciato porte aperte così che dal varco senza difese i vampiri hanno dilagato e invaso la mia mente.
In cortile un mucchietto di segatura… per coprire!
I fatti accadono… un fatto atroce all’improvviso… tragico… un lampo e si scatena la tempesta, e finalmente ora gli eventi si concatenano con logica, secondo un’orchestrazione imperscrutabile, e la vita assume mi si manifesta con il carattere di una freddura, ché quando li si fa entrare certi fantasmi non riesci più ad estrometterli.
Gesù… come è successo?