Incipit n.1
Arriva un momento nella vita di ogni uomo in cui è necessario fare una scelta, di quelle che possono cambiarne per sempre il corso. Quel giorno Pietro avrebbe dovuto farla in fretta.
Loredana, la sua ragazza, aveva deciso di lasciare Napoli e di partire alla volta di Milano in cerca di fortuna e di lavoro in quella grande e ricca città del nord.
Era da tanto che gliene parlava, ma Pietro all'inizio l'aveva ascoltata molto distrattamente presumendo che Loredana volesse solo lamentarsi un po' come spesso amano fare le donne; ma poi prese atto che lei faceva sul serio e che era davvero infelice e ben determinata a cambiare le cose.
La loro relazione viveva sul quel bizzarro equilibrio di personalità diametralmente opposte: lui amante dell'inerzia, contento di seguire senza tante domande lo status quo e lei invece perennemente inquieta e insoddisfatta sempre alla ricerca di novità.
Pietro aveva ricevuto un ultimatum che sarebbe scaduto quella sera stessa, stava insomma più inguaiato della Serbia nel luglio del 1914.
Appoggiò la fronte ai vetri della finestra, guardò fuori la strada semi deserta e cominciò a soppesare la situazione; pensare lo stancava quasi fisicamente. Mise un punto fermo: voleva davvero bene a Loredana e subito le domande si moltiplicarono dentro di lui fino a sopraffarlo.
Lei domane parte, se non vado con lei come potrò sopravvivere senza il suo affetto, il suo sorriso e il suo corpo da ballerina che tanto mi stuzzica? Ma voglio davvero trasferirmi e lasciare tutto? Milano così fredda e caotica, già la odio come potrei viverci? Lasciare il mio lavoro che fa schifo ok, ma alemno è certo per qualcosa d'incerto? Come sarebbe vivere insieme? Già perchè anche questa novità si sarebbe aggiunta con la partenza; finora avevano vissuto ognuno per conto suo.
La sera cominciava a calare sulla città e ad invadere la stanza dove Pietro rimaneva seduto sulla poltrona a meditare sul da farsi. Era arrivato il momento di rompere gli indugi e di fare quella benedetta scelta. Si alzò, prese il cellulare dalla mensola e compose il numero di Loredana.
“Pronto?” rispose una voce femminile un po' affannata come se avesse smesso di correre da poco.
“Ciao Loredana...”, cominciò lui un po' titubante.
Si fermò qualche istante, prese fiato e disse tutto in una volta: “ti auguro buon viaggio!”