Autore Topic: Per un sogno - Corto teatrale.  (Letto 772 volte)

vasco spagnoli

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Per un sogno - Corto teatrale.
« il: Aprile 30, 2014, 15:46:15 »
(Ciro, un barbone mingherlino tutto pelle e ossa, sonnecchia su una panchina di un parco. Entra Mario, altro barbone, ma questo è alto e grosso: in altri tempi è stato pugile).
MARIO - Vieni con me, Ciro?
CIRO - Dove?
MARIO - In centro.
CIRO - A far che?
MARIO - A vedere il mondo.
CIRO - Ma che mondo vuoi vedere, se è tutto chiuso, fermo...morto?
MARIO - E' il nostro giorno, Ferragosto è il giorno della povera gente. La città è tutta nostra.
CIRO - Non ho la camicia. Ho la giacca ma non la camicia.
MARIO - Chi vuoi che ti veda? In giro non c'è nessuno. E poi quella canottiera ti sta molto bene.
CIRO - Perché non si vedono i buchi che ci sono.
MARIO - Tieni la giacca chiusa e nessuno vedrà i buchi.
CIRO - Sto bene qui. Vai tu, se vuoi.
(Mario siede accanto a Ciro)
CIRO - Prima è passata una comitiva di francesi...Quando facevi la boxe sei mai stato in Francia?
MARIO - (Mezzo appisolato) Si, si... Ci sono stato in Francia.
CIRO - A Parigi?
MARIO - (c.s.) A Parigi...Tanti anni fa...
CIRO - Ci avevi una donna?
MARIO - (Sospira) Si, ci avevo una donna a Parigi. Era piccola, ben fatta...Provava un grande piacere quando la sollevavo da terra per portare le sue labbra all'altezza delle mie. Rideva felice. E il suo riso pareva il canto di un usignolo, si spegneva solo quando la baciavo. Ma non mi amava. Voleva bene solo ai miei quattrini. Me ne succhiava a cappellate. Però era una gran bella figliola.
CIRO - Anch'io ho conosciuto delle donne belle. L'ultima è stata una dell'Esercito della Salvezza. Suonava l'armonium. L'ho vista un giorno in divisa, ero ubriaco fradicio. Mi disse parole dolcissime e mi invitò ad andare ad ascoltare i suoi concerti, nella sede dell'Esercito della Salvezza. Ci andai, credevo di trovarci tanta gente, invece c'ero solo io.
MARIO - Era italiana?
CIRO - No, svizzera.
MARIO - Era giovane?
CIRO - In divisa sembrava più vecchia. In borghese...si, in borghese sembrava una bambina. Mi disse "Non bevete più, Ciro, non bevete più".
MARIO - E tu che cosa hai fatto?
CIRO - Ho continuato a bere.
MARIO - Allora, non eri innamorato di lei.
CIRO - Non potevo.
MARIO - Perché?
CIRO - Era troppo bella, non sembrava vera, sembrava un angelo. Anzi, certe volte, ripensandola, mi sono proprio convinto che fosse un angelo.
MARIO - Ma tu ci credi agli angeli?
CIRO - Qualche volta.

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Re:Per un sogno - Corto teatrale.
« Risposta #1 il: Maggio 01, 2014, 08:20:45 »
commovente, due anime perse che camminano nei ricordi di cose belle. :rose:

vasco spagnoli

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Re:Per un sogno - Corto teatrale.
« Risposta #2 il: Maggio 01, 2014, 15:01:02 »
(II)MARIO - Per me ti sei bevuto anche il cervello. Agli angeli  si crede o non si crede, non si può credere solo qualche volta. E' come per l'amore: o si ama o non si ama.
CIRO - Ma per te, cos'è l'amore?
MARIO - L'amore è... è...un male che ti prende il cervello e poi tutto il corpo. L'amore è dolcezza e dolore.
CIRO - Io sono stato innamorato di una donna che si chiama Mafalda, dolce come la panna e con un pelle bianca come il latte.
MARIO - Il mio più grande amore si chiamava Fedora. Era alta quasi come me. Pareva una statua, tanto era ben fatta, con una carne soda che sembrava marmo. Che amore fu quello!
CIRO - (Indica un punto davanti a loro) Ti ricordi di quella casa?
MARIO - Se me la ricordo! E' dove abbiamo fatto il trasloco.
CIRO - E' là che abbiamo visto la contessa e tu te ne sei subito innamorato.
MARIO - Si...Stava al quarto piano. Portavo su tutti i pesi più grossi di corsa, per tornare a vederla.
CIRO - La sogni sempre?
MARIO - Non sono io che la sogno, è lei che viene da me. Per me è un tormento svegliarmi, dopo che lei mi ha carezzato e baciato. E ogni volta che cerco di carezzarla, lei si allontana. Da un po' di tempo, però, non viene più.
CIRO - Da quanto tempo?
MARIO - Un paio di settimane.
CIRO - Troppo.
MARIO - Cosa vuol dire? Sarà andata al mare o in montagna.
CIRO - Per chi vuole apparire in sogno, non ci sono distanze.
MARIO - Come sarebbe a dire?
CIRO - Lascia perdere, va'. Non parliamo più della contessa.
MARIO - Invece ne parliamo e come!
CIRO - Se la prendi su questo tono, se mi costringi...
MARIO - Certo che ti costringo.
CIRO - Posso parlare?
MARIO - Devi parlare!
CIRO - Bada, l'hai voluto tu.
MARIO - Va bene, l'ho voluto io.
CIRO - Da qualche giorno la sogno io.
MARIO - Tu?!
CIRO - Si, la sogno. La vedo bellissima, vestita di chiffon. Allora le scopro una spalla e l'accarezzo.
MARIO - (Si alza in piedi furibondo) Tu sei un porco traditore e lei è una puttana!
CIRO - Ma Mario...
MARIO - E io che mi dicevo "Sarà lontana, gli sarà accaduto qualcosa che gli impedisce di venire a trovarmi...Invece no! Andava a farsi carezzare da questo qui!
CIRO - In sogno, Mario, in sogno.
MARIO - Per me è un tradimento bello e buono. Traditore te e puttana lei!"
CIRO - Ma come la fai tragica! (Da una tasca tira fuori un mozzicone di sigaretta e fa per accenderlo)
MARIO - Dammi quella cicca!
CIRO - Ma che cosa ti prende?
MARIO - Dammi quella cicca, ho detto!
CIRO - Non ci penso nemmeno.
(Mario gli abbatte sulla testa un pugno che sembra un colpo di maglio. Ciro stramazza. Mario raccoglie la cicca).
MARIO - Maledetto! E' morto piuttosto che darmi la cicca. (Butta via la cicca e si allontana) Ma va all'inferno, te e quella puttana della contessa!


                                                                                                                                          F I N E
 

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Re:Per un sogno - Corto teatrale.
« Risposta #3 il: Maggio 04, 2014, 09:30:55 »
L'amore, i ricordi, i sogni, la morte. Questo racconto è tragico e delicato insieme, e forse anche ironico. Ho conosciuto due tizi, più o meno così: amici di una vita ( uno si chiamava Mario) si odiarono per per sempre perchè la Maria aveva lasciato Mario e si era messa con l'altro. Età media 80 anni, faccenda molto triste. :rose:

vasco spagnoli

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Re:Per un sogno - Corto teatrale.
« Risposta #4 il: Maggio 04, 2014, 10:47:32 »
Tragico e delicato. Sono contento che tu abbia centrato l'obiettivo che mi ero prefisso. Alla prossima. Ciao.