C'era una ruota in fondo a quel tratto di mare, chi l'aveva gettata, da quanto tempo c'era, a chi apparteneva, ed io che in superficie ci facevo il bagno, nel mare con quel fondo. E d'improvviso sentendo un brivido percorrere le gambe, d'istinto le ho ritratte e con tutta la forza in corpo ho cominciato a dare bracciate all'acqua per allontanarmi. Da quel giorno non metto più la maschera, segno che nel fondale non voglio più guardare, e solo in superficie voglio restare. Ancora penso all'abbandono e dico come e perché sia rimasto quel relitto. Il muto mare non ci rivela mai un particolare, inghiotte e non restituisce mentre l'attesa diventa ogni giorno più eterna. Se un giorno uno scienziato riuscisse a prosciugarlo tutto, ruderi, detriti e relitti ritornerebbero a farsi guardare, ma nessuno più rivendicherebbe il loro nome.