TI CANCELLO O TI ASPETTO (febbraio 2014)
Se anche tra 11, 12 o 17 anni avessi la certezza, l'estrema sicurezza, se qualcuno mi presentasse davanti gli occhi l'inoppugnabile verità che dietro ogni tuo gesto, ogni tua parola o promessa ci fu premeditato inganno o derisione, calcolo e tornaconto, se arrivassero adesso dalla luna i testimoni più attendibili di tutto l'universo e mi dicessero tutti ed uno ad uno che i miei dubbi erano fondati e che tu quindi non hai amato affatto e hai solo contraffatto con parole e azioni il mio affetto e la mia incondizionata forma di devozione e rispetto, se un essere superiore confermasse davanti a giudici integerrimi di un tribunale supremo che si è trattato invece di un intenzionale progetto per ricavar favori e denaro, se mi mostrassero documenti e prove incontrovertibili che si è trattato di una truffa o frode dietro le mie spalle e le mie incommensurabili prove di fiducia e pazienza, allora e definitivamente estirperei dal mio vocabolario le lettere e i fonemi del tuo probabile nome, del tuo presunto cognome, delinquente e spregevole essere senza luogo né famiglia. Ad un chirurgo chiederei di scorticarmi il cervello e rimuovere per sempre i fotogrammi dei ricordi e le registrazioni delle tue false parole d'amore, brucerei tutte le lettere, cancellerei i messaggi e butterei dai balconi della mia esistenza ogni possibile elemento che mi ricordi te e le tue menzogne infinite, toglierei dalle pareti delle mie vene ingrandite e divenute grandi come stanze, toglierei le immagini e i quadri che avevo io fotografato ed io dipinto per te, rappresentandoti con perfezione e idealismo, persona dalla condotta irreprensibile. E non sarebbe certo per vendetta né rivalsa, non ti augurerei la morte o mi farei affiancare da una strega per rubarti l'anima e i pensieri, il sonno o le immeritate ricchezze, no… Chiederei solamente di tornare indietro, riprendendomi il tempo e il mio passato, i regali e le follie, i pensieri più belli e le fantasticherie, i tanti progetti di viaggi e le destinazioni in cui siamo stati soli e solo tu ed io. Ed anche se impiegassi 11, 12 o 17 anni a ripulire il mio corpo dal tuo alito e dalla tua presenza, a cancellare per sempre il suono della tua voce e le immagini di te e della tua falsa innocenza, io lo aspetterei tutto questo tempo, perché saprei almeno di poter rinascere e presentarmi al mondo con un nuovo incanto e con un canto limpido e assai più giovane di quanto lo sia adesso, perché avrei 11, 12 o 17 anni in meno e la mia vita si aprirebbe al mondo con energia e candore, con rinnovato amore. Perché ho atteso troppo tempo, ho impiegato il tempo a decifrare se dietro questi dubbi ci fosse verità o menzogna, bianco o nero, indifferenza o trasporto sincero. E dunque vi chiedo, angeli e divinità tutti in coro e tutti in cielo, di scendere su questa terra e di sporcarvi per un po' le ali, le vostre mani. Vi chiedo di dirmi adesso che cos'è stato, di cosa si è trattato, e se le mie lunghe attese e miei interrogativi siano stati inutili ed improduttivi. Vi chiedo dunque clemenza e pace, non voglio più patire, non voglio più partire…
Ma se angeli o divinità tutte in coro mi dicessero che sì la verità è stata sempre chiusa in te, che sì hai amato ma non hai saputo o voluto dirtelo, che sì adesso la luce rischiara tutto e che sì non hai mai smesso di cercarmi tra il silenzio e la palude del muscolo che un tempo chiamavi cuore, seppellito e inondato da fango e dolore. Solo se angeli e divinità tutte insieme riuscissero a sciogliermi il gelo congelato addosso attorno al ghiaccio della mia pelle di neve, togliermi di dosso questo velo leggerissimo ma perenne appiccicato di nostalgia ed interrogativi senza chiare risposte, solo se insieme spiriti e tenebre in sogno bisbigliassero come amanti per convincermi che si è trattato di un fatale errore, di un ritardo, un dettaglio, o del destino. Solo se scoprissi che la tua anima racchiusa e travolta allora da insani pensieri avesse ritrovato adesso la sua lucentezza, ti aspetterei ancora anche tra 11, 12 o 17 anni, amore supremo sopra ogni altro amore: occuperei questo tempo senza tempo a cogliere e accogliere nel paesaggio Etneo la tua presenza e quella dei tuoi cactus, i colori e le forme, gli odori e i sapori che vedrei e sentirei forzatamente, illusoriamente germogliare davanti ai miei occhi, contro ogni evidenza, contro ogni certezza. Continuerei a rifiutare il suono, ad assottigliare la memoria delle musiche in testa, a strappare fogli e partiture, perché sarei sicuro, tra 11, 12 o 17 anni, di poter ideare la più maestosa e luminosa tra le sinfonie, di poter suonare per ore e ore e giorni e giorni senza tregua né stanchezza le musiche più lucenti e fragorose. E nel frattempo solo i segni e i disegni tra le carte e i quadri, tra i fogli e le superfici lisce e i muri e le pareti e i pavimenti e gli specchi colmerebbero la tua assenza, facendo riaffiorare frammenti indelebili del passato "juntos" e delineando i tratti essenziali delle mappe dei desideri e delle future geografie stellari di cui vorremmo far parte, ma per sempre, tra 11, 12 o 17 anni.
