Autore Topic: Esempi di autentico eros  (Letto 896 volte)

Rossy

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Esempi di autentico eros
« il: Marzo 11, 2014, 11:31:31 »
Esempi di stile nella rappresentazione dell'eros.

Eros: trasfigurazione fantastica, accensione immaginativa... Intelligente espressione di stile e di eleganza nella descrizione della passione amorosa.

Scuote l'anima mia Eros/ come vento sul monte/ che irrompe entro le querce/ e scioglie le membra e le agita/ dolce, amaro, indomabile serpente.

Saffo
« Ultima modifica: Marzo 11, 2014, 11:43:49 da Paperina »

presenza

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #1 il: Marzo 11, 2014, 14:56:03 »
XXXII
amabo mea dulcis Ipsitilla.
meae deliciae. mei lepores.
iube ad te veniam meridiatum.
et si iusseris illud adiuvato
ne quis liminis obseret tabellam. 5
neu tibi lubeat foras abire.
sed domi maneas. paresque nobis
novem continuas fututiones.
verum si quid ages statim iubeto.
nam pransus iaceo et satur supinus. 10
pertundo tunicamque palliumque.   
 

Ti prego, mia dolce Ipsililla,
mia,cocchina mia,
da te nel pomeriggio.
se decidi cosí, per favore,
fammi trovare la porta già sprangata
e cerca di non uscire, se puoi,
restatene in casa e preparami
scopate senza mai fermarci.
Se ne hai voglia, però, fallo subito:
qui disteso sazio dopo pranzo
pancia all'aria sfondo tunica e mantello.

presenza

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #2 il: Marzo 11, 2014, 16:13:41 »
Catullo - poesie proibite
Canti profani
C. Valerio Catullo, carme 6 I segreti di Flavio
C. Valerio Catullo, carme 15 T’affido l’amor mio
C. Valerio Catullo, carme 16 Ad Aurelio e Furio
C. Valerio Catullo, carme 21 Aurelio, padre di tutti gli arrapati
C. Valerio Catullo, carme 23 Sei di già abbastanza felice, Furio
C. Valerio Catullo, carme 25 Tallo, checca bocchinara
C. Valerio Catullo, carme 32 Aspettami Ipsitilla
C. Valerio Catullo, carme 37 La taverna dei puttanieri
C. Valerio Catullo, carme 39 Nulla è più sciocco d’una sciocca risata
C. Valerio Catullo, carme 41 Ameana, l’amichetta di Mamurra
C. Valerio Catullo, carme 42 Restituiscimi i versetti lurida cagna
C. Valerio Catullo, carme 56 È stato un attimo
C. Valerio Catullo, carme 58 Lesbia pompinara
C. Valerio Catullo, carme 74 Lo zio di Gellio
C. Valerio Catullo, carme 80 Le candide labbra di Gellio
C. Valerio Catullo, carme 88 Gellio scellerato
C. Valerio Catullo, carme 89 Gellio è smagrito
C. Valerio Catullo, carme 94 Cazzo adultero
C. Valerio Catullo, carme 97 Emilio faccia di culo
C. Valerio Catullo, carme 98 La lingua di Vezio

nihil

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #3 il: Marzo 11, 2014, 20:12:19 »
Pape, limita le critiche ai testi, divagazioni inopportune a carico degli iscritti non saranno più accettate.Post ritenuti offensivi verranno cancellati.

presenza

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #4 il: Marzo 11, 2014, 21:17:58 »
Gullaime Apollinaire


La nudità dei fiori

    
La nudité des fleurs

        
        
La nudità dei fiori è il loro odore carnale
Che palpita e si eccita come un sesso femminile
E i fiori senza profumo sono vestiti di pudore
Essi prevedono che si vuol violare il loro odore
La nudità del cielo è velata di ali
Di uccelli che planano d'attesa inquieta d'amore e di fortuna
La nudità dei laghi freme per le libellule
Che baciano con azzurre elitre il loro ardore di spume
La nudità dei mari io la adorno di vele
Che esse strazieranno con gesti di raffica
Per svelare il loro corpo allo stupro innamorato di esse
Allo stupro degli annegati ancora irrigiditi d'amore
Per violare il mare vergine dolce e sorpresa
Del rumore dei flutti e delle labbra appassionate

    
La nudité des fleurs c'est leur odeur chamelle
Qui palpite et s'émeut comme un sexe femelle
Et les fleurs sans parfum sont vêtues par pudeur
Elles prévoient qu'on veut violer leur odeur
La nudité du ciel est voilée par des ailes
D'oiseaux planant d'attente émue d'amour et d'heur
La nudité des lacs frissonne aux demoiselles
Baisant d'élytres bleus leur écumeuse ardeur
La nudité des mers je l'attife de voiles
Qu'elles déchireront en gestes de rafale
Pour dévoiler au stupre aimé d'elles leurs corps
Au stupre des noyés raidis d'amour encore
Pour violer la mer vierge douce et surprise
De la rumeur des flots et des lèvres éprises

 Pablo Neruda

Acqua sessuale
    
Agua sexual
 
Rotolando a goccioloni soli,
a gocce come denti,
a densi goccioloni di marmellata e sangue,
rotolando a goccioloni,
cade l'acqua,
come una spada in gocce,
come un tagliente fiume vitreo,
cade mordendo,
scuotendo l'asse di simmetria, picchiando sulle costure dell'anima,
rompendo cose abbandonate, infradiciando il buio.

È solamente un soffio, più madido del pianto,
un liquido, un sudore, un olio senza nome,
un movimento acuto,
che diviene, si addensa,
cade l'acqua,
a goccioloni lenti,
verso il suo mare, verso il suo asciutto oceano,
verso il suo flutto senz'acqua.

Vedo l'estate distesa, e un rantolo che esce da un granaio,
cantine, cicale,
città, eccitazioni,
camere, ragazze
che dormono con le mani sul cuore,
che sognano banditi, incendi,
vedo navi,
vedo alberi col midollo
irti come gatti rabbiosi,
vedo sangue, pugnali e calze da donna,
e peli d'uomo,
vedo letti, vedo corridoi dove grida una vergine,
vedo coperte ed organi ed alberghi.

Vedo i sogni silenziosi,
accetto gli ultimi giorni
e anche le origini e anche i ricordi,
come una palpebra atrocemente alzata per forza
sto guardando.

E allora c'è questo suono:
un rumore rosso di ossa,
un incollarsi di carne
e gambe, bionde come spighe, che si allacciano.
Io ascolto in mezzo al fuoco di fila dei baci,
ascolto, turbato tra respiri e singhiozzi.

Sto guardando, ascoltando,
con metà dell'anima in mare e metà dell'anima in terra
e con le due metà guardo il mondo.

E per quanto io chiuda gli occhi e mi copra interamente il cuore,
vedo cadere un'acqua sorda,
a goccioloni sordi.
È un uragano di gelatina,
uno scroscio di sperma e di meduse.
Vedo levarsi un cupo arcobaleno.
Vedo le sue acque attraversare le ossa.       Rodando a goterones solos,
a gotas como dientes,
a espesos goterones de mermelada y sangre,
rodando a goterones
cae el agua,
como una espada en gotas,
como un desgarrador río de vidrio,
cae mordiendo,
golpeando el eje de la simetría, pegando en las costuras del alma,
rompiendo cosas abandonadas, empapando lo oscuro.

Solamente es un soplo, más húmedo que el llanto,
un líquido, un sudor, un aceite sin nombre,
un movimiento agudo,
haciéndose, espesándose,
cae el agua,
a goterones lentos,
hacia su mar, hacia su seco océano,
hacia su ola sin agua.

Veo el verano extenso, y un estertor saliendo de un granero,
bodegas, cigarras,
poblaciones, estímulos,
habitaciones, niñas
durmiendo con las manos en el corazón,
soñando con bandidos, con incendios,
veo barcos,
veo árboles de médula
erizados como gatos rabiosos,
veo sangre, puñales y medias de mujer,
y pelos de hombre,
veo camas, veo corredores donde grita una virgen,
veo frazadas y órganos y hoteles.

Veo los sueños sigilosos,
admito los postreros días,
y también los orígenes, y también los recuerdos,
como un párpado atrozmente levantado a la fuerza
estoy mirando.

Y entonces hay este sonido:
un ruido rojo de huesos,
un pegarse de carne,
y piernas amarillas como espigas juntándose.
Yo escucho entre el disparo de los besos,
escucho, sacudido entre respiraciones y sollozos.

Estoy mirando, oyendo,
con la mitad del alma en el mar y la mitad del alma en la tierra,
y con las dos mitades del alma miro el mundo.

Y aunque cierre los ojos y me cubra el corazón enteramente,
veo caer agua sorda,
a goterones sordos.
Es como un huracán de gelatina,
como una catarata de espermas y medusas.
Veo correr un arco iris turbio.
Veo pasar sus aguas a través de los huesos.

Alda Merini


Ci fu spazio nella mia Carne per Te

Ci fu spazio nella mia carne per te,
per te solamente
che volevi l'amplesso dei miei giorni;
un lungo peregrinare segreto
d'amore in amore
di tempio in tempio.
Una rosa mi tremava
sul ciglio delle dita
come se fosse carta di un veliero
e finalmente mi rompesti
le acque squisite della vita.

 

presenza

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #5 il: Marzo 12, 2014, 00:21:29 »



Il Suo Sperma


Alda Merini

Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione.
Bevevo con la mia magnifica esultanza
guardando i suoi occhi neri che
fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana e mai
fu più feroce il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due come il timone di
una nave che si era aperta per un lungo
viaggio. Avevamo con noi i viveri per
molti anni ancora i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio perché
eravamo felici.

Paul Marie Verlaine

Omaggio dovuto

Son coricato per lungo sul suo fresco letto:
è giorno fatto; è più eccitante , più fatto apposta
per il prolungamento della luce cruda della
festa notturna immensamente accresciuta
per la perseveranza e la rabbia del culo e
dell'attenzione a farsi da solo cornuto.
E' nuda e s'accoccola sul mio volto per farsi
leccare, perché buono son stato ieri ed
è-buona lei, aldilà del pensiero- il suo regale
modo di ricompensarmi. Dico regale, dovrei
dire divino: quelle chiappe, carne sublime,
alma pelle, polpa fine, linea possentemente
pura bianca, ricca, striata d'azzurro, quella riga
dal profumo eccitante, rosa scuro, lenta, grassa,
e il pozzo d'amore, che dire! Festino finale, dessert
della fica ingozzata, delirio della mia lingua
arpeggiante sulle labbra come su una lira! E ancora
quelle chiappe, come una luna in due quarti,
misteriosa e allegra, dove voglio d'ora innanzi
nascondere i miei sogni di poeta e il mio cuor di
cacciatore e i sogni d'estete! E amante, o meglio,
padrona in silenzio obbedita, troneggia su di me,
caudatario abbagliato.

Ouverture

Tra le vostre cosce e natiche voglio perdermi,
puttane, del sole vero Dio sacerdotesse vere,
bellezze mature e no, novizie e professe,
ho! nelle vostre fessure, nelle pieghe vivere!

I vostri piedi splendidi, sempre vanno all'amante,
con l'amante ritornano, riposano soltanto
a letto nell'amore, poi gentilmente sfiorano
i piedi dell'amante ranicchiato stanco e ansante.

Serrati, profumati, baciati, leccati dalla pianta
alle dita, succhiate una ad una,
fino alle caviglie, fino ai laghi delle lenti vene,
più belli di quelli di eroi e apostoli!

Quanto mi piace la vostra bocca e i suoi giochi graziosi,
di lingua e di labbra e di denti,
che mordicchiano la lingua e talvolta anche meglio,
quasi altrettanto gentile che metterlo dentro;

E i vostri seni, duplice monte d'orgoglio e lussuria,
tra i quali il mio orgoglio virile a volte si solleva
per gonfiarsi a suo agio e strofinarci la capoccia:
come cinghiale nelle valli del Parnaso e del Pindo.

E le vostre braccia! Adoro anche le braccia cosi belle e bianche,
tenere e dure, molli, nervose quanto serve,
e belle e bianche come i vostri culi, e altrettanto eccitanti;
calde durante l'amore, e poi fresche come tombe.

E le mani in fondo a quelle braccia, ch'io possa mangiarle!
La carezza e la pigrizia le hanno benedette,
rianimatrici del glande rattrappito e schivo,
masturbatrici dalle infinite cure!

Ma tutto questo è niente, Puttane, al confronto
dei vostri culi e delle fiche la cui vista e il gusto e l'odore
e il tatto fanno dei vostri devoti degli eletti,
tabernacoli e Santi dell'impudicizia.

Percio', sorelle, tra le vostre cosce e tra le vostre natiche
voglio perdermi tutto, solo compagne vere,
bellezze mature o no, novizie o professe,
e nelle vostre fessure, nelle vostre pieghe, vivere!

presenza

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #6 il: Marzo 12, 2014, 12:26:57 »
L'arte e' espressione personale in tutte le sue forme stilistiche. L'intensita' con la quale viene espressa e' personale  e ogni autore sceglie di renderla esplicita o implicita. L'utilizzo delle parole esplicite nella scrittura erotica e' paragonabile ai nudi pittorici, agli amplessi grafici che non fanno un dipinto artisticamente inferiore a quello in cui la stessa scena viene pennellata in modo velato.
« Ultima modifica: Marzo 12, 2014, 12:32:35 da presenza »

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #7 il: Marzo 12, 2014, 14:24:49 »
Pape, sei pregata di non insistere e sparare giudizi sprezzanti. Se tu, come stimi, sei la migliore, sii tollerante con gli altri.

presenza

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Re:Esempi di autentico eros
« Risposta #8 il: Marzo 12, 2014, 16:20:02 »
 Benedetto Croce in 'Tesi fondamentali di un’estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale'1902 afferma: l’arte è conoscenza intuitiva , distinta da quella concettuale o logica.“La conoscenza ha due forme: è o conoscenza intuitiva o conoscenza logica; conoscenza per la fantasia o conoscenza per l’intelletto; conoscenza dell’individuale o conoscenza dell’universale; delle cose singole ovvero delle loro relazioni; è insomma, o produttrice di immagini o produttrice di concetti”.  Il dominio dell’arte è dunque quello dell’intuizione dell’individuale e dell’immagine fantastica, un dominio profondamente diverso da quello della logica o della scienza, che procedono per elaborazione di concetti. Per intuizione s'intende apprensione immediata di un contenuto sensibile, opposta all’elaborazione immediata di un contenuto sensibile, opposta all’elaborazione discorsiva prodotta dall’intelletto.  E si traduce nel libero linguaggio che significa essenzialmente libera creazione .  Le categorie grammaticali, le leggi fonetiche, le stesse lingue storico-naturali studiate dalla linguistica, sono soltanto costruzioni secondarie, che si elevano sul tessuto liberamente creativo dell’attività espressiva di un linguaggio concepito come attività, dinamicità, “creazione spirituale”.

Alla svalutazione della tecnica artistica fa seguito una netta svalutazione di tutta una serie di temi tradizionali dell’estetica, come la distinzione tra generi letterari e tra stili, o la riflessione sul bello naturale. Lo studio dei generi letterari, delle figure retoriche, di categorie estetiche quali sublime, tragico, comico ecc.., è condannato da Croce in quanto estrinseco rispetto all’unicità del principio secondo cui l’arte è intuizione.  L’estetica crociata riconduce all’unità e all’universalità di questo principio la varietà irriducibile delle forme espressive, che devono essere colte nella loro individualità, a prescindere da rigide classificazioni che hanno una validità puramente pratica e empirica.  Concetti come tragico, sublime, romanzo, novella, servono semplicemente a ordinare e catalogare le opere letterarie, e diventano fonte d’errore se trasformati in strumenti per la critica e il giudizio estetico.  Di fronte all’arte bisogna chiedersi unicamente se essa sia espressiva e che cosa esprima, e non a quale genere appartenga.  Il bello naturale, invece, per Croce, è privo di quei caratteri di attività e spiritualità che costituiscono l’essenza dell’atto intuitivo ed espressivo dell’arte, che nella sua purezza si distingue tanto dalle sensazioni da cui prende le mosse quanto dai sentimenti di piacere che è capace di suscitare. Non ha dunque senso parlare di bellezza naturale, in quanto la bellezza non è altro che “l’adeguatezza dell’espressione”. 

Il proprio punto di vista non e' il punto di vista in assoluto, giudicare non permette di cogliere l'altro e l'interezza delle espressioni umane e aprirsi alla vita e' solo un atto di verita' che dobbiamo a noi stessi e agli altri.