Autore Topic: Dramma umano di chi professa e crede e rimane invischiato  (Letto 179 volte)

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Dramma umano di chi professa e crede e rimane invischiato
« il: Febbraio 27, 2014, 15:38:20 »
Tralci di vita, di questa vita sopraffatta dagli eventi e l'impossibilità a fronteggiarli tutti, mi sovrastano che fare? Non ho via di scampo, voglio finire quelle voci che non sanno più di niente, sono vicine e mi tormentano ogni giorno, vorrei resistere e forse a tratti sembro averle sconfitte e poi di nuovo a tempestarmi i timpani. Sembravano aiutarmi ed ora ne sono ossessionata, sembravano esserci, ed ora sono solo a farmi male, com' è possibile tutto quel bene che mi dicevano, andato in fumo ed io che ci muoio dentro. Oh com'era santo e giusto quell'uomo e i suoi seguaci, fede cristiana ad aiutarmi nei momenti tristi, bui e sofferti nella mia vita mortale, e poi all'improvviso il niente, solo perché non mi è sembrato giusto qualcosa, qualcuno e subito contro come fossi colei che più non può. Sarà che forse sbaglio, eppure non mi sembra, che ho fatto io per meritarmi questo, fedele ed osservante in ogni momento presente, e poi è questa la missione del mondo che ci crede?
Ed i pensieri miei marciscono, in questo sottobosco fatto di credo e di obbedienza, ad un'idea ma poi, è davvero quella, o solo di chi uomo si è fatto apostolo di un Dio forzando il suo volere? Ora non posso farcela, troppe e troppe ancora le voci mi ossessionano, sono sul punto di cadere e battere e voglio soltanto terminare le mie giornate e ore trascorse nell'attesa che possa finire io tra quelle mani sporche d'uomini ciechi di fronte alla vita e avidi solo di proseliti nel mondo come una tempo per affermarsi.
E allora che rimane di me che ho fatto e detto come hanno voluto, voglio morire non resta che quest'ultimo atto. Afferro adesso un'arma alla mia vista, voglio portare con me me stessa e quella figlia che ho messo al mondo con amore e loro se la vogliono rubare. Ecco qui affondo questa lama lucida, e poi ancora qui nel mio corpo, sento che sto svenendo, perché adesso mi vogliono salvare? No, no, vi prego, lasciateci morire, non un giorno in più voglio restare in questa vita che non mi ha dato niente, e voi che avete portato avanti quelle insegne d'amore, adesso comprendo il vostro bacio traditore. Lasciatemi morire, voglio il perdono da chi sopra di voi è solo Amore, voi inutili intermediari e poveri nell'animo, voi abbandono e ahimé so che farete ancora male. Che muoia adesso, non c'è più nulla da fare, eppure la mano di qualcuno adesso mi solleva, sento che sta portando in vita ciò che mi resta, cosa succederà adesso di noi, di me che ho ferito una bambina, mia figlia innocente, e me colpevole soltanto d'aver creduto in gesta umane?


Tratto da una storia di vita vissuta 

Commento
IL MONDO NON E’ UNA PUNIZIONE, MA UNA RICOMPENSA



Raramente la religione è esistita in quanto fenomeno sano.
Accade solo quando un Buddha, un Cristo, un Krishna o un Kabir camminano sulla Terra; altrimenti,la religione è una patologia, una malattia, una nevrosi.
Chi ha realizzato la religione tramite il suo essere ne ha una comprensione totalmente diversa da chi imita gli altri, costui non ha alcuna comprensione.
La verità non può essere imitata; non puoi diventare autentico trasformandoti in una fotocopia.La verità è originale e, per raggiungerla, anche tu devi diventare originale. Essa non si ottiene seguendo qualcuno, ma comprendendo la propria vita. La verità non è racchiusa in alcun atto di fede, in alcun argomento; è nel centro più profondo del tuo essere, nascosta in quanto amore. La verità non è logica, non è un sillogismo, bensì un’esplosione d’amore.
E ogni volta che la verità esplode in te, consegui una visione della vita, di Dio, della religione, totalmente diversa: i tuoi occhi hanno una qualità diversa, una chiarezza, una trasparenza differenti. Quando la tua mente è offuscata da pensieri mutuati dagli altri, ciò che chiami religione non è tale, è solo un sogno.

A causa di questa differenza fondamentale una persona che imita è patologica: un cristiano è malato, come lo è un hindu. Krishna è sano, incredibilmente sano, e altrettanto Cristo.
Quando Cristo dice qualcosa, lo ha conosciuto; non sta ripetendo qualcun altro, non è un pappagallo: è la sua realizzazione personale e diretta, e questo fa la differenza.
Quando diventi un cristiano, ripeti Cristo. A poco a poco, diventi sempre più simile a un’ombra. Perdi il tuo essere… perdi te stesso; non sei più vero, reale, autentico.
Un cristiano è già morto, e la religione implica una rinascita. Certo, è anche una crocifissione: il vecchio deve morire per permettere la nascita del nuovo, ma se segui una fede morta, un dogma, una chiesa, non permetti mai al vecchio di morire… né permetti mai al nuovo di nascere.
Non corri rischi, non ti addentri mai nel pericolo.
Quando diventi cristiano, sei un codardo; quando diventi musulmano, sei un codardo; quando diventi hindu, sei un codardo. Quando diventi religioso, sei incredibilmente coraggioso: ti incammini verso l’avventura, cerchi l’ignoto, ti addentri nell’inesplorato, in ciò che non è mai stato misurato né può esserlo. C’è il rischio che ti possa smarrire, potresti non ritornare mai più, potresti perdere ogni controllo; potresti impazzire: questo è il prezzo che bisogna pagare per la religione autentica.
La gente ha paura, per questo si aggrappa a falsi surrogati: il cristianesimo, l’induismo, l’Islam… Questi sono falsi sostituti, a buon mercato, acquisibili ovunque.
Non devi fare nulla: sei nato in una particolare famiglia e diventi cristiano, sei nato in un’altra famiglia e diventi hindu. Non hai fatto nulla di nulla, non hai scelto nulla consapevolmente, non ti sei mosso di un centimetro. Non c’è stato alcun pellegrinaggio, non hai ricercato.
In quei casi, ovviamente, la religione diventa solo un’etichetta, e queste etichette diventano patologiche. Come mai? Perché la tua realtà interiore e l’etichetta sono totalmente diverse. Scruta a fondo in un hindu, in un musulmano, in un cristiano, in un giainista, in un buddhista, e scoprirai che cambiano solo le etichette; in profondità, esiste lo stesso essere umano.
E queste etichette creano problemi.Nel Vangelo è detto: “Ama il tuo nemico”, ma tu non riesci ad amare nemmeno l’amico.
Non riesci ad amare nemmeno te stesso, e Gesù dice: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Se non riesci ad amare neppure te stesso, come puoi amare il tuo prossimo? E Gesù dice: “Ama il tuo nemico”, ma tu non hai ancora imparato come amare il tuo amico o la persona che ami. Non conosci le vie dell’ amore.Ebbene, cosa farai? Fingerai, diventerai un ipocrita, un’entità falsa.
Questa è la patologia: diventerai duplice. In profondità sarai una cosa e in superficie continuerai a fingere qualcos’ altro. Dentro di te ci sono lacrime, ma in superficie sorridi; questo ti lacererà. Ecco cos’è la schizofrenia, la personalità dissociata. Questa è la radice di tutte le nevrosi, il fattore scatenante.
Dunque, la religione è diventata patologica: basata sull’imitazione, la religione crea patologia, un mondo nevrotico. Realizzata in modo autonomo, in prima persona, la religione ti dona ottima salute, benessere, celebrazione della vita, gioia ed estasi.
Questi due diversi tipi di religione vanno compresi a fondo. Se la tua religione è solo presa in prestito, creerà problemi nella tua vita: infatti, sarà contro la vita.
A ogni istante, la percepirai in antagonismo: ti trasformerà in un masochista, comincerai a torturarti, perché ti troverai sempre in conflitto con la tua religione. Che fare? Ti sentirai in colpa. Ogni istante della tua vita diventerà un istante di colpa.
Qualunque cosa fai, persino sorseggiare una tazza di tè… ci sono religioni che ti fanno sentire in colpa per un gesto così innocente!
Nell’ashram del Mahatma Gandhi il tè era proibito. Se qualcuno veniva sorpreso a berlo, era punito: doveva digiunare un giorno o due. Ebbene, persino una cosa innocente come il tè può creare sensi di colpa; che dire delle altre cose? Prendi una cosa qualsiasi e troverai una religione che la condanna.
Queste condanne non ti permettono di vivere una vita piena.
E quando non puoi vivere una vita piena, se non puoi vivere al massimo, non conoscerai mai cos’è Dio perché Dio può essere contattato solo nella pienezza: quando la tua fiamma è vivida, quando la tua torcia arde da entrambe le estremità e tu sei un fuoco di energia pulsante.
Purtroppo, le tue cosiddette religioni non ti consentono alcuna vetta. 
Ti storpiano, ti paralizzano, ti rattrappiscono; ti permettono solo di vivere al minimo.
Ecco cos’è la rinuncia: vivere al minimo. Si devono soddisfare solo i bisogni primari. Le tue cosiddette religioni non ti insegnano a traboccare: ti insegnano solo a diventare sempre più limitato; ti rendono un cunicolo angusto. La religione autentica ti renderà aperto, sconfinato come il cielo e sarà inevitabilmente positiva. Kabir  dice: “lo non sono per la rinuncia” . Se Dio  crea il mondo, è meraviglioso. Se il mondo viene da Dio, è bellissimo; non può essere una punizione, ma una ricompensa.
Questa è un’affermazione estremamente rivoluzionaria: il mondo non è una punizione, ma una ricompensa; Dio non ti ha gettato in una cella cupa e lugubre» una celebrazione.Dio ti ha amato al punto che ha creato questo mondo per te, affinché tu possa giocarci, possa celebrarlo: é una celebrazione.







Tratto da L'essenza segreta.Il sentiero dell'amore di Osho