Un sogno è nel cassetto, lo tirerò al più presto per farne del colore da mettere alle carte, quelle spesse e bianche e anche se un po' rugose, che mai farà per favore?
E lì scriverò più attenta, col carboncino nero, quello di un tempo bello quando lo usavo a scuola. Ricordo di quel tempo, di me come se fossi là, e tempo ne è passato, potessi tornare indietro. Nemmeno posso fermare, nemmeno posso sostare, è sempre una gran corsa come se perdessi il treno. Nemmeno mi è successo, di perdere qualcosa, forse la mia attenzione me li ha restituiti in tempo quegli attimi sfuggiti senza il mio consenso. Eppure pensarli è facile, mi leva dalla fatica inutile di accumularli e basta senza sapere dove portarli e lì farli restare. Così ho protetto il sogno, e pure il suo segno certo, adesso posso andare e non ci sarà più bisogno di tornare.