Accade che…
Misteriosamente drammaticamente dolorosamente... ci si trovi messi sulla via del più totale disorientamento.
Ed è panico! E non desideri altro, ardentemente, che ritornare al mistero del Principio... Desiderio! splendido e impossibile, che l’immancabile oblio si incaricherà presto di cancellartelo. Ne residuerà un vago, angoscioso vuoto La sensazione oscura dell’originario desiderio nel sottofondo inconscio L’angoscia del vivere... la bava!, che lascerà la sua traccia oscura, imprecisata, lungo il percorso che, di necessità, dovrai intraprendere.
È la storia del via-andante! La storia di tutti! Di quelli che percorreranno una strada che non è viaggio.
Il viaggio prevede una meta e un ritorno, mentre il percorso del viandante è senza meta ed è esclusa ogni possibilità di ritorno... E nemmeno di fuga. Il viandante va, e basta, lungo un percorso di situazioni… passanti sogni incubi deliri... l'amaro sapore di un destino lo accompagna, l'angoscia del non riconoscersi.
La condizione drammatica che già fece dire a Nietzsche:
"Un giorno il viandante sbatté la porta alle sue spalle, si arrestò e pianse”.
E Cèline, anche... che intraprese il suo “Viaggio al termine della notte”:
“… delusione e fatica. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia… È dall’altra parte della vita.”.
Ma anche per il viandante ci sarà, infine, un termine... un termine che non sarà una meta Il termine del viandante sarà un non luogo senza ombre né colori… circondato dal nulla.
Niente!
Nemmeno un’ombra…
Neanche la propria di ombra.
Perduta!