Non è tempo quello chiamato, seduto al tavolino a bere vino, una guardata in giro e poi più niente. Le scarpe lucide, la giacca stropicciata, i pantaloni bagnati all'orlo dal fango della strada e sigaretta e fumo e si dissolve presto tutto. Chiamalo, tu chiamalo e non ti sentirà nemmeno, inseguilo, tu fallo e poi te ne prentirai, viandante senza meta, nemmeno il passo ascolti che è già sera. E luci e ombre sedute alla panchina di un parco senza suono dove anche il silenzio è sordo. La pioggia ora lo bagna, sbiadisce al suolo e non ha più colore. Una bambina lì in mezzo va a giocare e d'improvviso qualcosa si risveglia: mamma, tu mamma vieni a guardare! Dice gridando voltandosi e correndo, e poi ritorna e quello è già passato, tornato in vita perché solo vivendo il tempo non è mai quello, né sempre lo stesso.