Non ho una lettera da scriverti per dire i miei pensieri a te che in un momento li hai rivoluzionati tutti. Vorrei che tutto ti giungesse senza una carta scritta, vorrei non essere costretta ad usare una penna per dirti quanto ho nella mente, sarebbe troppo convenzionale quando nella realtà nulla è così scontato.
Dunque a che serve che io raccolga il mio pensiero adesso per fartelo sapere e poi magari aspettarmi una risposta. No, non voglio che una lettera ci dia una risposta, non voglio che tu aspetti mentre io mi sforzo di dirti ciò che è così chiaro senza bisogno di parole. Vorrei tu ti portassi dentro il mio pensiero, come se fosse tuo ogni momento, come se non dovessi leggerlo per forza perché non lo conosci. Tu mi conosci, tu sai chi sono e non per il mio nome, né per la professione. Tu hai avuto il modo d'essere radice, sei diventato pianta insieme a me, conosci il mio terreno, lo stesso che tante volte abbiamo calpestato mano nella mano con lo stesso passo, perciò non ho bisogno di scriverti una lettera, non ho bisogno di dirti cosa penso perché non te lo voglio dire affatto. La tua radice trema, è questo il tuo sapere, quello che ti basta per sapere. Hai tutto per ricostruire quel filo che ti riporterebbe a me, stavolta non voglio fare niente, non c'è bisogno e me ne voglio liberare, di questo fare sempre e ad ogni costo. Non c'è sempre bisogno, qualche volta è meglio stare, ovunque senza se stessi e senza un cane intorno, senza una penna, un foglio e una mente per pensare. Niente, e se lo penso lo sto già facendo, non voglio scriverlo e nemmeno dirlo. Starò qui ferma tutto il giorno a prendere di me ciò che me stessa lascia, per poi ricominciare di nuovo a non fare. E' questo che mi salverà dal commettere parole e pensieri tradotte in una lettera. Così non ci sarà sforzo, e tutto scorrerà come dev'essere.