Non c'è più tempo di seguire i passi sopra il tetto del mio vicino cileno, nemmeno quello di andare con i bidoni in mano a prendere acqua da una fonte mentre tutto il resto è gelo.
Non cè più tempo di dire basta a chi si è tagliata dentro, e dirle “porta pazienza” non la risolve affatto, quella tovaglia bianca.
Non posso nemmeno andare nella casa, ancora non ho finito, direbbero i pittori.
Non c'è più tempo per spalare, tutto è sommerso e difficile è scovare un lustro mentre la fiammella langue.
Non c'è più tempo di stancarsi e basta, qualcuno sempre ti chiederà il suo conto. E attorno al tavolo sono seduti tutti i convitati, aspettano di bere una grappa e non si accontentano di poco.
Non c'è più tempo di dire in faccia ciò che all'orecchio si sussurra soltanto. Sta lì dicendo che non ce la fa mentre l'altra sembra un'ossessione e bruscamente chiude ogni comunicazione.
Non posso nemmeno andare a dormire devo finire i compiti, direbbero le madri affaccendate attorno al tavolo di mogano mentre lì fuori nevica soltanto.
C' è solo adesso che contiene tutto mi guarda e passa e si va a sedere proprio lì sull'amaca aspettando senza impazienza il suo invito a cena e una bibita soltanto.
