Oggi ti ho vista bella, ho detto ch'eri attraente e hai sorriso, non te lo aspettavi lo so, ma saltava all'occhio quanto tu stessi bene dentro a quei jeans e al maglione blu che ti copriva il collo. Anche la tua commozione era diversa, s'impara ad “essere” è vero, nessuno ce lo insegna, solo l'esperienza e i dolori. Così hai sorriso di nuovo, eri contenta perché non hai perso niente d'importante in quel momento, e ascoltandoti ho sorriso anch'io. E quando ti ho salutata, sulla soglia della porta prima di andare via, ti ho stretta a me e sentivo il tuo dolore sciogliersi come il burro. Manchi da casa ormai da sette mesi, ed è cambiato tutto troppo all'improvviso e forse è meglio così perché non c'è stato il tempo di pensare. Ed è per questo che sei diversa, cambiando tutto di te è affiorata solo la tua dolcezza, mancava nella tua vita precedente, per fortuna che te la sei ripresa e non c'è più maschera a fasciarti il volto. Ti vedo come sei, e come sei stata strano, è solo un ricordo del passato. Nemmeno sovrapponendolo a ciò che sei nel presente combacerebbero i lembi. Il lenzuolo è libero di alleggerirsi al sole adesso.
Sarai con me, lo so, lo sento
Ti guardi intorno e ci credi anche tu, cominci ad essere sicura come forse non lo sei stata mai, e andando indietro adesso al nostro pomeriggio, di te e di me che chiaccheravamo come due col sole dentro, mi sento la leggerezza in corpo, assecondo il sonno e me ne vado a letto.