Lo scrittore e poeta statunitense di origine tedesca
Henry Charles Bukowski (1920 – 1994) all’età di 13 - 14 anni bevve per la prima volta il vino su insistenza del suo amico William “Baldy” Mullinax, figlio di un chirurgo alcolizzato. “Questo mi aiuterà per tanto tempo”, scrisse in seguito Bukowski descrivendo l'inizio della sua dipendenza dall’alcol:
“Se succede qualcosa di brutto / si beve per dimenticare;
se succede qualcosa di bello / si beve per festeggiare;
e se non succede niente / si beve per far succedere qualcosa”.
"Voglio una vita maleducata, di quelle vite fatte così. Voglio una vita che se ne frega, che se ne frega di tutto sì. Voglio una vita spericolata, di quelle che non dormi mai". Se Bukowski, detto Hank, avesse ascoltato la nota canzone di Vasco Rossi, forse ne avrebbe fatto un suo inno.
“Perché bevo ? Perché non riesco ad affrontare la vita quando sono sobrio”: questa frase può essere condivisa da tanti alcolisti ma anche dalla maggior parte dei drogati, perché esprime la disperazione, la dipendenza, non esalta una sfida ma una sconfitta, non celebra una scelta ma la paura di vivere.
Questo autore anticonformista ed “eccessivo”, uno dei suoi libri lo titolò “Compagni di sbronze”.