Si, c'e' molta ipocrisia. Ma soprattutto, ed e' preoccupante, c'e' ben poca concretezza e ancor meno lungimiranza.
Quanto al paragone coi nostri emigrati di un tempo, il paragone non regge : andavano, erano poveri, facevano fatica ad essere accettati, ma di diverso rispetto alle masse di religione musulmana c'e' che cercavano di integrarsi, non solo di utilizzare il paese ospitante per poi, alla lunga, diventare prevalenti. C'e' che dovevano, volenti o nolenti, accettare delle regole e uniformarcisi, pena l'essere estromessi. L'Italia e' un paese da operetta : le regole ci sono per essere disattese persino dagli autoctoni, dunque figurarsi come si sentono liberi di fare ogni proprio comodo quelli venuti da realta' di conflitto, non ordinate da regole civili ma dove sono spesso la violenza e la sopraffazione a farla da padroni.
Ci mettiamo in casa tutta la gente che arriva, senza controlli, senza limiti di buon senso, sciamera' nel nostro paese ovunque.
Lampedusa e' al collasso, ma e' solo la testa di ponte. Gli arrivi, gli sbarchi, non si fermano.
Dove andranno?
Per cominciare, il soccorso e l'accoglienza sono tutti solo sulle nostre spalle, l'Europa se ne frega, sa solo dettar regole economiche, mica da' collaborazione verso questa emergenza epocale, derivante dal dissesto ( prevedibile ) di intere aree mediorientali.
Come continueremo ad affrontare questi esodi massivi concentrati in tempi relativamente molto brevi?
Le risorse, in tempo di crisi, a malapena ci sono per gli italiani.
L'aiuto continuo, anche volendo, non e' realisticamente concepibile.
In compenso ci sono gli sdilinquimenti umanitari e precettori della Boldrini, ci sono le belle frasi tipo la proposta che era stata fatta del Nobel per la pace a Lampedusa ( fossi un lampedusano, mi sentirei preso in giro, dal momento che non e' con le belle frasi delle anime belle che si possono mettere a tacere le emergenze cui non si vede fine ).
Se l'Europa, e in primis la " grande " Germania, non si sente coinvolta, sprofonderemo anche noi.
Ci saranno tensioni sociali sempre maggiori, emergenza economica senza soluzioni, un autentico cambio della popolazione. E il tutto senza che fossimo preparati e avessimo un qualche piano d'azione o accordi preventivi con tutti gli altri paesi europei.
Che non possono chiamarsi fuori solo perche' non hanno la conformazione geografica dell'Italia, approdo naturale in mezzo al Mediterraneo, raggiungibile da piu' parti. E perche' non hanno la manica larghissima dell'Italia, ma prevedono ( saggiamente ) un contingentamento agli ingressi.
Di questo passo, tempo pochi decenni, ci troveremo in minoranza in patria : specie con la natalita' altissima ( e per i musulmani voluta e predicata dai loro imam ) che hanno i " migranti ".
Lascio le belle parole alle anime belle, quelle che si compiacciono principalmente della loro immagine ma ai problemi concreti pensano molto meno, ammesso che si diano la pena di pensarci, immaginando oltre il loro naso e facendo qualche previsione.
In Italia di " anime belle " ce ne sono tantissime, anzi fanno a gara a chi e' piu' illuminata e piu' bella.
Eh, cavolo, alla concretezza, ai problemi, ci pensera' qualcun altro!
Sono quisquilie indegne di cotante menti, indegne degli intellettuali che sono, pensatori, politici a petto in fuori, missionari mancati, maestrine fervorose.
Speriamo che qualche persona con la testa sulle spalle esista ancora nella classe politica, perche' qui con la poesia non si risolve molto, e che si dia da fare.
Speriamo che l'Europa, che da che e' nata politicamente non smette di affliggerci, si degni di assumersi anche delle responsabilita', con connesse spese e problemi.
E mi perdonino le anime belle.