C'è la zia giovane con il suo compagno, i figli con le mogli e i nipoti attorno alla più piccola, i nonni in giro a preparare l'uno il timballo di pasta, l'altra a friggere le cotolette. E arrivano, sì tutti, con le loro voci e i dolci da mettere in frigo per il dopo pranzo quando il caffè spande l'aroma e le parole in giro per la stanza. Il cane sotto il tavolo a mangiare le molliche, e i bimbi ad inseguirlo per fargli sputare il troppo. Qualcuno intento a preparare la brace e quando è pronto si mette su la carne: “forza e coraggio mangiatela che è calda, prima di tutto, anche della stessa acqua”. E poi quel pane, profuma di forno a legna e il vino nel bicchiere, questo è l'antipasto fatto di grande sostanza. Passaggio di portate, una dopo l'altra, mani con mani e tutto il resto è riso, quello delle battute, delle parole a caso, qualche discorso, e qualche altro è serio, e poi finito il pranzo le donne a sparecchiare, qualcuna a lavare i piatti e le altre a raccontare dei bimbi e della vita, di ciò che si può e non si può mentre gli uomini intenti a guardare la tv, commentano le moto, fumano il sigaro e si guardano il giornale.
E quando poi finisce tutto cominciano i saluti, i baci e gli arrivederci, ognuno a casa propria con la pancia che scoppia, e pure il cuore.