Ed è notte, stanotte, che al mio senso ricorro. E perché mi ritrovo a scavare nel fondo, un barile di tutto pieno, zeppo di spazio. Scavo e scavo giù al fondo per riempire quel tempo che non ha più bisogno né di me, né di niente.
Trovo, emerge, la terra, tra le mani sabbiosa e qua e là un filo d'erba. L'avvicino e la odoro, è bagnata e di autunno.
E di colpo respira, e un profumo mi assale, gelsomino si sente, è il mio senso che sale.