La porta del sottano è aperta sul cortile affollato.
Vicini di casa. Curiosi di passaggio... e ci sono anche dei ragazzi per macabra curiosità.
“Come è morta?”.
“Di subito!”.
Morte naturale... da non dar colpa a nessuno.
Così si è voluto!
Così doveva!
Silenzio in cortile.
Non scene di disperazione, nemmeno nel sottano le prefiche… e non c’è spazio.
Il silenzio che si confà!
Sì! sono scene d’altri tempi… ve lo immaginate qui l’applauso?
Il gran letto matrimoniale occupa e riempie quasi per intero il sottano. Fronteggia, il lettone, la porta spalancata che è anche l’unica fonte di luce all’ambiente, e un corpo grasso, molle, inerte… un corpo di donna anziana biancheggia sul lettone come marmo di statua e cade disordinato e molle ai movimenti impressi da un gruppo di brave donne che la compongono nella suo veste di festa pronta già da tempo.
La veste ben tenuta da anni.
Stirata e in naftalina.
E anche la cassa che dovrà accoglierla è sotto il letto, e la lapide cimiteriale dietro la testata del letto.
Il loculo in cimitero acquistato da tempo, probabilmente a rate.
Le scarpe nere e lucide con la suola nera… Sono di cartone sì!, ma è lucida la suola, da far bella figura.
Questa è la morte!
Quella attesa.
Quella di tutti.
Proprio così!
Dopo una vita trascorsa chissà come, la morte è per tutti!
Per i poveri è meglio prepararsi per tempo.
I poveri debbono pensarla, la morte, anche da giovani e in buona salute… e nei giorni fortunati quando c’è qualche disponibilità finanziaria per la spesa necessaria al momento.
Le mani delle brave donne sono abili, precise, non turbate da commozione. Solo pietas nel sottano, e fuori dall’uscio anche.
Non v’è sconcerto per questa morte
Naturale, necessaria anche.
Da non incolpare nessuno.
*
Infinito fu il tempo, uomo, prima
che tu venissi alla luce, e infinito
sarà quello dell'Ade.
E quale parte
di vita qui ti spetta, se non quanto
un punto, o, se c'è,
qualcosa più piccola d'un punto?
Così breve la tua vita
e chiusa, e poi non solo non è lieta,
ma assai più triste dell'odiosa morte.
Con una simile struttura d'ossa,
tenti di sollevarti tra le nubi nell'aria!
Tu vedi, uomo, come tutto è vano:
all'estremo del filo, già
c'è un verme sulla trama non tessuta
della spola. Il tuo scheletro è più tetro
di quello d'un ragno. Ma tu, che giorno
dopo giorno cerchi in te stesso, vivi
con lievi pensieri, e ricorda solo
di che paglia sei fatto.
(Di Leonida di Taranto, dall' Antologia Palatina. Traduzione di Salvatore Quasimodo)
E' per tutti!
È per me stesso!
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L'argomento è particolare. A voi la decisione se continuare.