Autore Topic: La morte  (Letto 658 volte)

ectobius

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La morte
« il: Agosto 01, 2013, 09:19:38 »
La porta del sottano è aperta sul cortile affollato.
Vicini di casa. Curiosi di passaggio... e ci sono anche dei ragazzi per macabra curiosità.
“Come è morta?”.
“Di subito!”.
Morte naturale... da non dar colpa a nessuno.
Così si è voluto!
Così doveva!

Silenzio in cortile.
Non scene di disperazione, nemmeno nel sottano le prefiche… e non c’è spazio.
Il silenzio che si confà!
Sì! sono scene d’altri tempi… ve lo immaginate qui l’applauso?

Il gran letto matrimoniale occupa e riempie quasi per intero il sottano. Fronteggia, il lettone, la porta spalancata che è anche l’unica fonte di luce all’ambiente, e un corpo grasso, molle, inerte… un corpo di donna anziana biancheggia sul lettone come marmo di statua e cade disordinato e molle ai movimenti impressi da un gruppo di brave donne che la compongono nella suo veste di festa pronta già da tempo.
La veste ben tenuta da anni.
Stirata e in naftalina.
E anche la cassa che dovrà accoglierla è sotto il letto, e la lapide cimiteriale  dietro la testata del letto.
Il loculo in cimitero acquistato da tempo, probabilmente a rate.
Le scarpe nere e lucide con la suola nera… Sono di cartone sì!, ma è lucida la suola, da far bella figura.
Questa è la morte!
Quella attesa.
Quella di tutti.
Proprio così!
Dopo una vita trascorsa chissà come, la morte è per tutti!
Per i poveri è meglio prepararsi per tempo.
I poveri debbono pensarla, la morte, anche da giovani e in buona salute… e nei giorni fortunati quando c’è qualche disponibilità finanziaria per la spesa necessaria al momento.

Le mani delle brave donne sono abili, precise, non turbate da commozione. Solo pietas nel sottano, e fuori dall’uscio anche.
Non v’è sconcerto per questa morte
Naturale, necessaria anche.
Da non incolpare nessuno.


*

Infinito fu il tempo, uomo, prima
che tu venissi alla luce, e infinito
sarà quello dell'Ade.
E quale parte
di vita qui ti spetta, se non quanto
un punto, o, se c'è,
qualcosa più piccola d'un punto?
Così breve la tua vita
e chiusa, e poi non solo non è lieta,
ma assai più triste dell'odiosa morte.
Con una simile struttura d'ossa,
tenti di sollevarti tra le nubi nell'aria!
Tu vedi, uomo, come tutto è vano:
all'estremo del filo, già
c'è un verme sulla trama non tessuta
della spola. Il tuo scheletro è più tetro
di quello d'un ragno. Ma tu, che giorno
dopo giorno cerchi in te stesso, vivi
con lievi pensieri, e ricorda solo
di che paglia sei fatto.

(Di Leonida di Taranto, dall' Antologia Palatina. Traduzione di Salvatore Quasimodo)

E' per tutti!
È per me stesso!

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

L'argomento è particolare. A voi la decisione se continuare.
« Ultima modifica: Agosto 24, 2013, 07:59:56 da ectobius »

presenza

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Re:La morte
« Risposta #1 il: Agosto 01, 2013, 23:28:09 »
L'argomento è un aspetto della vita, e se non ci fosse non conosceremmo vita.
Come lo hai trattato è un punto di vista, il tuo, e ad esso se ne possono aggiungere altri. E' un argomento che ognuno affronta con i propri mezzi e con i propri modi in base al proprio vissuto. Anche qui nel forum è stato toccato in vari modi, tornando ai ricordi, o anche ai rimpianti e fermandosi ad un presente consapevole dell'assenza.

Dal punto di vista del contenuto dunque nulla da eccepire, quanto alla forma, nel tuo scritto ho notato alcune piccolezze che se vuoi dirò con altro post. Qui mi voglio fermare solo alla riflessione che la morte genera.

ectobius

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Re:La morte
« Risposta #2 il: Agosto 02, 2013, 07:36:29 »
Attenderò ancora un po' prima di continuare. Che altri abbiano letto, giudicato e concesso.
Grazie, Presenza. Inviami il post con le tue osservazioni... preziose per me.

nihil

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Re:La morte
« Risposta #3 il: Agosto 02, 2013, 14:41:36 »
certo che devi continuare! Hai descritto una scena che ora non usa più, e che forse riflette l'accettzione della morte come si poteva fare una volta. Ora sono paroloni di condoglianze, il più delle volte ad effetto e poi via, tutti dietro alle proprie faccende. Non ci si ferma più, si corre avanti forse nella speranza di non essere raggiunti dalla morte.
Ebben sì, ammetto che anche mi madre si era comperata un bellissimo vestito lungo e nero che però al momento nessuno sapeva dove fosse finito, e pure il loculo, per essere sicura di finire vicina a mio padre e non magari dall'altra parte del cimitero. Forse pensare in anticipo, organizzare le cose dà un senso di compiutezza alla vita, come se fosse la firma o una dedica o un the end! Certo he la lapide messa lì....fa un poco impressione.

ectobius

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Re:La morte
« Risposta #4 il: Agosto 05, 2013, 11:39:15 »
Bentornata Nihil. Anch'io rientrato da una breve assenza e ho il benestare di Presenza e tuo per continuare.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

I requiem!, ti accompagnino, lunara sconosciuta. E che siano Mozart Brahms Fauré Cherubini Verdi Britten…
I requiem!
Sia fastosa la tua morte dopo la tua dura vita… come quella di Ettorre sotto le mura di Iliòn… o come la dolce e commossa morte di “Ombretta sdegnosa”… e la “cavallina storna che porta colui che non ritorna”… o  quella del nonno che scese a patti con la morte e pretese il suo tempo per convocare e salutare gli amici…
La morte nel sottano...  grandiosa anch’essa!
Ma niente applausi… per carità!

Non è quasi più naturale la morte nell’era del progresso… dell sorti, eccetera. In quest’era la morte è terrore Non si riesce più a pensarla come evento ineluttabile Non ci si prepara!... Si guarda alla scienza che, prima o poi, darà all’uomo l’immortalità.
Frattanto la si prolunga artificialmente la vita (?), una qualsiasi! Una qualsiasi sopravvivenza assurda supportata dalle torture di chirurgia e macchine e veleni.
A ‘sta poveraccia le hanno tolto l’utero, le ovaie, la vulva, la vescica, il retto, un pezzo d’intestino… e da un buco sull’addome elimina merda e urine  insieme.
Umori che appestano.
Poveraccia!
E soddisfatte scoccodeggiano in sala operatoria le infermiere, e i chirurghi chicchiricheggiano:
“…ma come siamo bravi!...  e cococcodèee… e chicchirichìììì!”.
Ma la vita non è una coda di lucertola che ne tagli un pezzo e spunta di nuovo… quando la si perde l’hai perduta, la vita Mica ne spunta un'altra di vita… e neanche rispunta un utero tutto nuovo; una vescica nuova; un corpo nuovo!
C’è solo il CANCRO che rispunta!, e checché ne dicano, corroderà finché il malato non marcisca nelle sue ferite mentre il dolore tenterà di strangolarlo.
Ma eliminiamola dal dizionario la parola cancro… ce ne sono di eufemismi!

E giù applausi!
   
Gli attori passano e si perdono senza fastosità, dispersi nell’universale senza memoria di commozione  e di pianto… pietas. Altri ne arriveranno  rumoreggianti  e plaudenti in questo zoo de “la iena ridens!”, quella che che "fa all’amore ‘na vorta all’anno, se magna li cadaveri… e nessuno ha capito che cazzo se ride!”.

(continua)

ectobius

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Re:La morte
« Risposta #5 il: Agosto 06, 2013, 16:15:37 »
Ho scritto la parola fine... per ora. Non sono del tutto soddisfatto e pertanto chiedo un vostro parere complssivo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Rinchiusi in uno zoo si può solo dare lo spettacolo di una finzione di vita, straniera, aliena. E anche la morte in uno zoo, è straniera Non compatta su un sentimento comune  Nello zoo la morte è nemica da combattere con ogni mezzo al solo scopo di far sopravvivere il turpe prigioniero spettacolo di svalutazione della vita.
Svalutate, perdute vita morte, si disperdono anche i valori e si allentano i legami sociali, così che nulla più vi sarà di sacro, e beato solo chi ha ancora memoria della vita genuina per ritrovarvi stupore, tenerezza,  commozione…
Ma chi è ancora capace di memoria?

E lei era nella gabbia!
Lontana!
Oltre un vetro ad offrire lo spettacolo raccapricciante che mai avrebbe voluto recitare Il viso gonfio imperlato di gocciole unte Il colorito grigio sul fondo del cianore La corona dei capelli bianchi.
A me solo è permesso di andare oltre lo schermo del vetro, e riesco a stento a riconoscerla nel gruppo degli agonizzanti portati a morire lontano.
Cimitero degli elefanti!

Ogni respiro una fatica d’Ercole.
La chiamo.
Gira occhi spenti:
MELÌ...
Mi riconosce?... forse si!
E mi sembra di avvertire in un sussurro
KOCI’...
Il vezzeggiativo d’infanzia:
“Kocì! AnaKò!… Kankì ngherò!”
È la sua ultima carezza!
L’ultima?
Sta atrocemente morendo!
“E sedarla?...”.
“Sarebbe eutanasia!, non si può!...”.
Ma chi sono?
Queste bestie!
Eutanasia
È la buona morte!
E LA BUONA MORTE NON SI PUÒ!!
La buona morte è bestemmia!!!
Ti chiedo scusa buona morte!
Stringo la mano ossuta.

E poi altro vuoto
Nuovo rumoroso vuoto!  Della famiglia che si infrange nel momento e nel luogo più inopportuni Che dovevano essere spazio e momento di conforto.

E lei laggiù
Lontana
Esposta
Impotente nella sua morte
Che non unisce.

E qui c’è spazio per una nuova voragine che non è possibile scavalcare Impossibile aggirarla Si tenta! Inutilmente! e la vecchia casa rilegge le sue pagine interne nello strazio di cose remote e perse.
Anni di inutile follia
Morti e fantasmi
E ride beffarda.

E la vita?
Doveri e vanità
Favola dissolta
Lusinghe di nulla.
Errori
E riso
Riso
Di sconfitta
Colpe e vergogna.

La vecchia casa progetta un rovinoso crollo.

Buona morte
Dove sei?
Sarai amica mia, Sì
Ché poco per volta
Sei compresa.
Quando verrai a me, io ti chiamerò amica.
L’amica! 
Che arriva circonfusa di silenzio.
Tacita ultima combinazione di pensiero.

“Sono molto e molto malato!”
“La mia testa sventola le orecchie
Come un uccello le ali”.
Verrai
Amica mia!
E che nessuno si accanisca a dichiararti guerra all’ultimo sangue E mi aiuterai ad abbandonarla in pace questa casa… del sottano.
Il tempo è consumato
“Gli atti tutti adempiuti”.
E solo scrivi:
“Qui giace l’ironia di una biografia”.

Buona sia la notte!

(FINE)

patriziagiangregorio

  • Mucca Trombettista
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Re:La morte
« Risposta #6 il: Agosto 06, 2013, 17:12:56 »
tristissimlo pezzo,ma ben scritto