Autore Topic: La galleria d'arte  (Letto 355 volte)

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La galleria d'arte
« il: Maggio 22, 2013, 09:23:11 »
La galleria d’arte


L’uomo entrò con passo pesante, adocchiò appena i quadri esposti e si infilò nell’ufficio del curatore della mostra. La pittura non era nella lista delle sue emozioni; la sua arte era gastrocentrica, la  fantasia la esercitava non su tele, ma in tegami.
 Un artista cannibale,  perché poi divorava le sue opera d’arte.
Forse appunto perché era un esteta o forse perché era il ragioniere della Clinica Psichiatrica, era stato mandato alla galleria per acquistare quadri per le corsie.
In modi spicci spiegò al curatore che aveva bisogno di dipinti senza scene che potessero turbare l’equilibrio dei degenti.
Colori troppo forti non andavano bene,  ritenuti eccitanti .
Colori tenui portavano alla depressione, secondo lui.
Paesaggi stimolavano la voglia di evasione,  quelli erano già evasi dal cervello.
Figure? No, magari incentivavano ricordi spiacevoli, specialmente agli psicotici o agli schizofrenici. Nature morte, sì, va bene, anzi no, sono soggetti statici e non stimolanti.
.Il curatore iniziava mentalmente un rosario di insulti, non è che ci rimanesse molto spazio per l’arte!
“Senta, quanto ha in mente di spendere ?”
“Circa 500 euro, più o meno.”
“Affare fatto,  lasci fare a me, tra una settimana, sarà servito”.
Il ragioniere si convinse di essere un grande affarista.
Il curatore invece aveva sul volto l’espressione di folletto maligno.
Dopo una settimana alla Clinica arrivarono 5 specchi uso autoritratto e 25 quadri tutti rigorosamente in tinta unita, senza colori troppo chiari o troppo scuri.
 Semplicemente bianchi.
 Una nota esplicativa suggeriva che ognuno avrebbe  potuto esercitare la  fantasia e immaginare il suo quadro preferito, costruito da sogni, emozioni e ricordi personali, mutabili ogni giorno.
Praticamente erano quadri con moto perpetuo incorporato .