Autore Topic: Agli uomini e alle donne sul principio della genitorialità nel corso di...  (Letto 360 volte)

presenza

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... una separazione.





La guerra è un'opzione che l'uomo può scegliere di non perseguire.

Si sceglie di separarsi dall'uomo, ma non lo si può fare di fronte al genitore dei propri figli. Infatti  la coppia uomo - donna può non coincidere con la coppia genitoriale, e quando ciò accade lasciarsi è doloroso sì, ma con la gentilezza del cuore accompagnarsi verso la fine senza prevaricazioni, pretese e quant'altro aiuta a scindere i ruoli che fino a quel momento hanno coinciso, per lasciare intatto il genitore. Un padre, una madre è un legame di sangue che non può essere vissuto a ore, o sotto sorveglianza, o per concessione di altri, e se è vero che fino a prima della separazione un padre o una madre sono visti e sentiti dal coniuge come unici referenti e giusti nell'educazione, nell'assistenza e nella crescita dei propri figli, questo valore non può, dico " non può" essere messo in discussione in sede di separazione. E tuttavia ogni giorno uomini e donne si comportano così, ed è questo che fa male. La stima e il rispetto nei confronti del genitore deve rimanere intatto, e un padre è a tempo pieno quanto può esserlo una madre.

I maestri orientali ci suggeriscono che sta a noi scegliere, sempre, e perciò dipende da noi se raccogliere la rabbia e scagliarla sugli altri oppure no. La vita è così com'è, nulla possiamo di fronte ai fatti così come sono, e di certo ci risparmieremmo tanta sofferenza inutile se solo la smettessimo di lottare contro ciò che non accettiamo e che è così com'è. Infatti se avessimo un'opportunità di cambiare sicuramente lo faremmo, se non ci è data un'altra possibilità allora risulta inutile combattere.

Non ci sono scelte giuste o sbagliate, la separazione non è un male di per sé, solo il modo col quale si affrontano gli eventi ci rende peggiori o migliori di fronte agli eventi in sé.

Certo non possiamo evitare le domande dei bambini, e tuttavia accoglierle è l'unica cosa che si può fare, e accompagnare anche loro nella nuova dimensione di vita, senza mai denigrare, senza mai bloccare ogni loro manifestazione. I bambini dei separati non sono da meno di tanti altri bambini che magari stando con entrambi i genitori leggono nei loro occhi ogni giorno le menzogne. Dire la verità, sempre, a noi stessi e agli altri aiuta a essere presenti e consapevoli.

La negatività chiama negatività. Guardare anche alla luce invece dona speranza e non ci fa rimanere fermi solo ad un punto di vista.







piccolofi

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E' assolutamente vero che e' il modo in cui si affrontano gli eventi che ci rende peggiori o migliori.
Non conosco i maestri orientali, ma ho scoperto tanti anni fa sulla mia pelle che la reazione negativa, quella che cede al tumulto del cuore, quella che sposa il risentimento e apre la porta al peggio e' un autentico boomerang.
Ho scoperto che questo tipo di reazioni, con tutti i sentimenti negativi che porta, fa male essenzialmente a chi le vive, non alla persona cui sono dirette.
Ho scoperto che si puo' scegliere fra il cedere al nostro peggio oppure avere la forza di non cadere nel fango.  E se si trova questa forza, ci si preserva come persone e pian piano si riesce a risalire dal baratro e a ritrovare sé stessi : come si era e come, con dignita', si vuol essere.
Queste mie osservazioni forse non rispettano il tema del topic, ma vogliono avvalorare alcune considerazioni di Presenza. 

Claudia

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 "La sofferenza non ha niente a che fare con gli eventi, ma con la reazione che ciascuno di noi ha verso di essi. Ciò che accade è solo ciò che accade, ma come noi lo percepiamo è un'altra questione" (da "Conversaziobni con dio" di Walsch )
 Claudia
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera!
S.  Quasimodo

Nuvolone

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... una separazione.





La guerra è un'opzione che l'uomo può scegliere di non perseguire.

Si sceglie di separarsi dall'uomo, ma non lo si può fare di fronte al genitore dei propri figli. Infatti  la coppia uomo - donna può non coincidere con la coppia genitoriale, e quando ciò accade lasciarsi è doloroso sì, ma con la gentilezza del cuore accompagnarsi verso la fine senza prevaricazioni, pretese e quant'altro aiuta a scindere i ruoli che fino a quel momento hanno coinciso, per lasciare intatto il genitore. Un padre, una madre è un legame di sangue che non può essere vissuto a ore, o sotto sorveglianza, o per concessione di altri, e se è vero che fino a prima della separazione un padre o una madre sono visti e sentiti dal coniuge come unici referenti e giusti nell'educazione, nell'assistenza e nella crescita dei propri figli, questo valore non può, dico " non può" essere messo in discussione in sede di separazione. E tuttavia ogni giorno uomini e donne si comportano così, ed è questo che fa male. La stima e il rispetto nei confronti del genitore deve rimanere intatto, e un padre è a tempo pieno quanto può esserlo una madre.

I maestri orientali ci suggeriscono che sta a noi scegliere, sempre, e perciò dipende da noi se raccogliere la rabbia e scagliarla sugli altri oppure no. La vita è così com'è, nulla possiamo di fronte ai fatti così come sono, e di certo ci risparmieremmo tanta sofferenza inutile se solo la smettessimo di lottare contro ciò che non accettiamo e che è così com'è. Infatti se avessimo un'opportunità di cambiare sicuramente lo faremmo, se non ci è data un'altra possibilità allora risulta inutile combattere.

Non ci sono scelte giuste o sbagliate, la separazione non è un male di per sé, solo il modo col quale si affrontano gli eventi ci rende peggiori o migliori di fronte agli eventi in sé.

Certo non possiamo evitare le domande dei bambini, e tuttavia accoglierle è l'unica cosa che si può fare, e accompagnare anche loro nella nuova dimensione di vita, senza mai denigrare, senza mai bloccare ogni loro manifestazione. I bambini dei separati non sono da meno di tanti altri bambini che magari stando con entrambi i genitori leggono nei loro occhi ogni giorno le menzogne. Dire la verità, sempre, a noi stessi e agli altri aiuta a essere presenti e consapevoli.

La negatività chiama negatività. Guardare anche alla luce invece dona speranza e non ci fa rimanere fermi solo ad un punto di vista.
Bisogna distinguere, Presenza, non si può semplificare per fare la conclusione ad effetto, col lieto fine, citando i maestri orientali.
Ad esempio (e potrei farne tanti), un marito e padre che se la vuole spassare  sollazzandosi con qualche amante, trascurando di tutto punto la famiglia, e poi ci resta impegolato e ammaliato dalla freschezza e dalla novità della relazione fino al punto da abbandonare moglie e figli, è un uomo o un padre da rispettare in ugual modo di uno che sa affrontare il matrimonio con più serietà e senso di responsabilità ? Non credo.
E siccome non si può pensare alla propria felicità a danno e con la sofferenza degli altri, è bene che in qualche modo "si paghi" l'errore. Proprio perchè non è giusto sbattere in faccia o scaricare sugli altri tutto il peso della vita che è difficile e complessa per tutti.

La vita è così com'è, nulla possiamo di fronte ai fatti così come sono, e di certo ci risparmieremmo tanta sofferenza inutile se solo la smettessimo di lottare contro ciò che non accettiamo e che è così com'è. Infatti se avessimo un'opportunità di cambiare sicuramente lo faremmo, se non ci è data un'altra possibilità allora risulta inutile combattere.
A volte le opportunità, l’essere umano, è pure in grado di crearle ex novo: vedi Beppe Grillo e il
  M5S.
Vallo a dire ai maesri orientali che scoprono l'acqua calda !  :)
« Ultima modifica: Maggio 03, 2013, 16:18:10 da Nuvola... »