Autore Topic: Intransigenza e politica del "compromesso".  (Letto 743 volte)

Faber

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Intransigenza e politica del "compromesso".
« il: Aprile 24, 2013, 14:43:15 »
Ho seguito in Tv l'intervento dell'On. BINDI e, sentendola parlare, non ho potuto fare a meno di notare la sua intransigenza politica. La stessa che ha caratterizzato la sua campagna politica, almeno negli ultimi mesi.
Tuttavia, sento la necessità di tentare di spiegare (e non giustificare) l'atteggiamento di chiusura della Bindi: Lei, unitamente a Bersani, è corresponsabile del fallimento del progetto politico del PD prima delle elezioni e dopo. Non hanno saputo (certamente entrambi) cogliere il segno di una politica che stava cambiando mentre questa si stava svolgendo nelle cosiddette "stanze dei bottoni", rimanendo stupidamente e pervicacemente ancorati al loro disegno politico che, come tutti sanno, recitava (e auspicava) una governabilità del Paese, senza se e senza ma!! Ma, come insegna, invece, chi la vera politica l'ha fatta costruendola dalle sue fondamenta (De Gasperi, Andreotti, Moro, Forlani, Ochetto, D'alema ecc.) questa è, sostanzialmente, nutrita dal compromesso, che nel tempo ha assunto diversi appellativi: "Delle convergenze parallele; delle "larghe intese" o "della politica trasversale".
In altre parole, è impensabile realizzare un qualsiasi progetto politico a lungo o medio respiro senza "scendere" a patti prima con la parte avversa: si pensi alla politica dei democristiani che hanno retto il governo del Paese per almeno trent'anni. In questo hanno fallito (la Bindi e Bersani) e per questa semplice ragione (ma anche per un punto di orgoglio tardivo e tradito) ora mantengono ostinatamente la posizione. Ma la storia italica, purtroppo per loro, insegna altro: ne tengano debitamente contro la prossima volta!!
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro

piccolofi

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Re:Intransigenza e politica del "compromesso".
« Risposta #1 il: Aprile 29, 2013, 16:55:14 »
Diciamo che senza dialettica e volonta' concretamente costruttiva non si va da nessuna parte.
E' ora ( o sarebbe ora ) che anche il nostro Paese, come tutti quelli evoluti, si affidi a un confronto civile e sposi l'alternanza democratica.
La Bindi e' sempre stata un'intransigente, anche piuttosto arrogante di modi e Bersani..forse appartiene a un'idea di sinistra troppo chiusa, in fondo vetusta.
Certo che la " base " sembra gradire piu' la vetusta' che i tempi nuovi, incarnati da Renzi.
Eppure la sopravvivenza e addirittura l'affermazione della sinistra possono passare, a mio parere, unicamente da Renzi.   Che infatti aspetta il suo momento e non si brucia in governi di transizione, traballanti e di incerta durata.
Quanto a Grillo, ha gia' dimostrato, per chi se ne voglia accorgere, la sua propensione democratica con i suoi diktat e la volonta' di controllo delle persone, seguaci che vorrebbe come pure pedine nelle sue mani.
Prima o poi anche quelli ( tanti ) che si sono tuffati a pesce nelle sue braccia per sfogare plasticamente rabbia e scontento, si metteranno a pensare.
Perche' dopo la rabbia deve arrivare la costruzione, con tutta la fatica e le energie positive che richiede.
Fermarsi allo " spacchiamo tutto "....., beh, anche l'ultimo degli ultimi e' capace di spaccare tutto.
Invece ci vogliono dei cervelli, delle competenze, e spirito di servizio verso il nostro ora malconcio ma in fondo amato Paese.   
 

ciro

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Re:Intransigenza e politica del "compromesso".
« Risposta #2 il: Aprile 30, 2013, 04:25:56 »
Grillo non è pronto per governare e nemmeno i suoi impacciati grillini telecomandati. Potrebbero fare anche peggio dell'inciucione pagando cara l'inesperienza e l'incompetenza. Proviamo a sognare cosa sarebbe successo  se la parte buona della sinistra tradizionale, che pure esiste fortunatamente, si fosse incontrata  con la parte fresca e anticasta del M5S ...  ma di sogni non si vive, anzi si muore.
Adesso i due compari faranno a gara per regalarci le  briciole, mi pare che hanno già cominciato, gridando i loro meriti  ai quattro venti o almeno  a  quelli che raggiungono le cabine elettorali. E se qualche illuso crede ancora che dopo avere da sempre rubato ai poveri per dare ai ricchi ora invertiranno la rotta si faccia pure avanti. Ma presto, prima che la realtà lo raggiunga illuminandolo.
A testimoniare quanto dico è sufficiente ricordare che le fiat Panda si vendono sempre meno delle prontatissime Ferrari. Leggere le statistiche. I ricchi lasciano il posto agli straricchi, la classe media scivola nella povertà e disperazione.
Abbattere solo mezza casta o anche meno, ingenuo pallino fisso dei grillini, creata da destra e sinistra, significherebbe ritrovarci di colpo in Finlandia, Danimarca, Germania ...
In attesa dell'ultimo esproprio l'unica speranza resta quella di vedere la parte buona del Paese emergere, con qualche anno di esperienza e competenza in più.
Spero nell'inciucione degli onesti,senza tanti grilli per la testa, a discapito di quello che abbiamo, senza che nessuno di noi abbia mai chiesto o visto nel suo peggior incubo.
Svegliamoci e riprendiamoci il presente se non addirittura il futuro.

Ciro


« Ultima modifica: Aprile 30, 2013, 04:36:06 da ciro »

nihil

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Re:Intransigenza e politica del "compromesso".
« Risposta #3 il: Aprile 30, 2013, 08:40:39 »
Grillo crede di essere ancora nel '68, non si è accorto che lo spartito è vecchio e deforme. Non sono certo idee nuove, urlarle non le rende migliori. Ci vogliono idee nuove, sì, ma possibilmente attuabili.

patriziagiangregorio

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Re:Intransigenza e politica del "compromesso".
« Risposta #4 il: Aprile 30, 2013, 10:01:10 »
Grillo ha deluso tutte quei cittadini che votandolo pensavano ad una svolta positiva del NOSTRO PAESE.
Purtroppo cosi' non e' stato,perche' l'intransigenza non giova alla politica.
Ancora una volta,purtroppo si vedono "vecchie conoscenze" attaccate alle poltronee ...che DIO ce la mandi buona.

Faber

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Re:Intransigenza e politica del "compromesso".
« Risposta #5 il: Aprile 30, 2013, 11:35:24 »
Condivido tutti gli interventi sin qui lasciati da tutti gli Amici intervenuti e che ringrazio per aver partecipato.

Tuttavia, poiché "di sogni non si può vivere ma, anzi, si muore", invito tutti a non farsi coinvolgere eccessivamente dall'ondata emotiva che attraversa il Paese da qualche tempo a questa parte.
Per questa semplice ragione (forse un modo di essere razionale e distaccato quanto basta), invito tutti a seguire più da vicino (in questo internet ci aiuta) i progetti che il nostro attuale Governo sta per presentare in sede di Commissione europea e riguardante:
- la revisione del rapporto debito/pil, da elevare al 4%. Questo è attuabile e sarebbe vantaggioso per molti, se non per tutti, i Paesi dell'euro-zona, poiché molte risorse finanziarie verrebbero liberate e, quindi, destinabili ai finanziamenti pubblici sul mercato del lavoro;
- la revisione degli accordi comunitari riguardanti gli scambi di prodotti e manufatti, l'agricoltura e la pesca. Notoriamente, molte sono le questioni sul tappeto (le quote latte e la pesca nel mediterraneo - limiti del pescato, rimborsi e periodi di ferma tra gli argomenti più urgenti;
la restituzione ai privati ed alle aziende delle somme dovute da parte dello stato italiano, in qualità di debitore.
Per quest'ultimo punto, la questione è trovare il denaro e in fretta (pagare entro un anno al massimo i 90 mld. di euro dovuti).
Per quanto attiene al nuovo Presidente del Consiglio, penso che Lui possa essere il male minore. Lasciamolo lavorare e, tra qualche mese, se non avrà messo in cantiere le riformo promesse, se non avrà portato avanti una seria e realizzabile politica in grado di dare una "spinta" alla oramai anemizzata economia nazionale, se non avrà mantenuto gli impegni riguardanti il recupero degli esodati e il salvataggio del piano nazionale relativo agli ammortizzatori sociali, allora avremo ben ragione di mandarlo a casa. Ma nel frattempo, credetemi, abbiamo un bisogno assoluto e irrinunciabile di poter contare su un governo che si metta al lavoro (seriamente) e che ci rappresenti in sede comunitaria, poiché il fronte delle Banche e delle Borse continua a "creare" problemi nell'area dell'Euro, attraverso movimenti speculativi, che presto potrebbero rimettere la nostra "divisa" sotto pressione. Questo è un altro problema di cui la Commissione europea dovrebbe seriamente occuparsi. In altri termini e per essere più chiaro e concreto nel formulare il mio pensiero: non può esistere una vera unione europea senza una moneta in grado di sostenere la politica economico-finanziaria. L'area di interscambio ha sino ad oggi prodotto considerevoli vantaggi import-export di tutti i Paesi (anche del nostro), a cominciare da una moneta forte(l'Euro) che ci ha permesso di importare le materie prime (di cui siamo assolutamente dipendenti) a costi considerevolmente inferiori, quando non al riparo dei movimenti inflazionistici o speculativi, legati alle più svariate situazioni geo-politiche, condizionanti le politiche dei paesi esportatori innanzitutto.
Altro punto NON rimandabile è la rivisitazione delle aliquote relative la "pressione fiscale" che si abbatte sui lavoratori dipendenti e sulle aziende (abolizione dei cosiddetti "studi di settore" che hanno rivelato tutta la loro inadeguatezza e ingiustizia sociale. E questo tanto per cominciare!!), poiché è inaccettabile una qualsiasi politica fiscale che condanna lavoratori e imprenditori a lavorare  almeno 6 mesi l'anno per l'Erario!! Come ben vedete, di problemi sul tavolo del Governo ce ne sono e la metà di questi basterebbero da soli a mandare in tilt  qualsiasi "Gabinetto" di qualsiasi stato dell'Europa. Auguro loro Buon lavoro, sinceramente e (lo devo credere) e fiducioso che vorranno, questa volta, operare per un ideale superiore "La Politica", quella vera.
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