Autore Topic: La nascita della terza repubblica (italiana)  (Letto 472 volte)

Faber

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La nascita della terza repubblica (italiana)
« il: Aprile 18, 2013, 17:38:53 »
E' il primo capitolo di un racconto, pur non essendo una vera storia in senso stretto.
E' il primo capitolo della storia che riguarda oramai non più la seconda repubblica, bensì la terza.
Ebbene si, ci siamo arrivati anche se un po' in sordina, giacché la seconda ha già abdicato in luogo del vuoto e dell'assenza di potere, di decisionismo e delle idee, che ora più che mai servirebbero a tirarci fuori dal pantano di una situazione economica che sta asfissiando l'impresa e l'economia del Bel Paese.
Dunque, ecco il mio pensiero in poche battute, spero esaustive.
1. Dalle elezioni del Presidente della Repubblica (che, ricordiamolo, non è a capo del governo, ma una personalità di spessore e rappresentativa della cultura italiana) chiunque sia il prescelto avrà di fronte due strade: o sciogliere le Camere immediatamente, tenuto conto del pregresso che sino ad oggi non ha prodotto nessun esecutivo; oppure conferire un mandato esplorativo nella speranza di concretizzare una compagine che sappia dare alcune delle molte risposte che il Paese si attende.
In ogni caso, il tempo è davvero finito: finito per le piccole e medie imprese, che chiudono a ritmo continuo; finito per i mercati internazionali che si aspettano che l'Italia ed il resto del sistema Europa, si mettano (finalmente) intorno al tavolo delle trattative per decidere di "ammorbidire" quelle regole che stanno asfissiando l'economia dei Paesi dell'euro zona; finito per le riforme che la seconda repubblica non ha saputo né voluto realizzare.
Il Presidente della Repubblica dev'essere si una personalità "super partes" ma al tempo stesso capace di indirizzare la politica del governo, in ogni sua fase. Per questa semplice ragione, alcuni nomi sono assolutamente inadeguati mentre altri sarebbero, invece, auspicabili. Grandi personalità come CASSESE, Rodotà o Zagrebelsky, oltre che per il loro grande contributo assicurato al Paese, sarebbero certamente in grado di ricoprire le alte funzioni cui sarebbero chiamati, con sicura competenza e beneficio per l'Italia.
2. Aggiungo che l'Italia, nell'incamminarsi sulla via delle riforme (abolizione delle Province, rivisitazione della Legge elettorale, revisione dell'organizzazione dell'intero apparato statale al fine di assicurare la razionalizzazione delle spese di bilancio ecc.) forse dovrebbe cominciare a prendere in esame la possibilità di darsi un Capo dello stato, eletto direttamente dai suoi cittadini con pieni poteri esecutivi. Quindi, una figura operativa e decisionista (che renderebbe inutile il capo del governo) che dovrebbe dare gli input necessari a superare le impasse che troppo spesso bloccano la macchina statale. Quando quest'ultimo non dovesse più funzionare, o non dovesse più avere il consenso necessario dai partiti che lo sostengono, si andrebbe direttamente alle elezioni, senza perdita di tempo e di danari!
3. Il sistema bancario nazionale, lo ha ricordato questa mattina il Dr. Giacalone nel corso del suo quotidiano intervento su RTL 102.5, sebbene sia riconosciuto tra i più stabili e sicuri, viene poi criticato e scartato dagli operatori internazionali perché alle spalle non è sorretto da una politica attenta e dinamica nelle scelte strategiche e per la mancanza cronica di denaro circolante. Ma il problema è, invece, che il denaro c'é, ovvero ci sarebbe se gli istituti finanziari non venissero asfissiati da una politica comunitaria che le rende di fatto incapaci di operare il credito alle imprese, così come oggi il sistema paese avrebbe bisogno. Tutto questo, invece, grazie ad una politica "protezionistica" in Germania non accade, pur non avendo questo Paese il danaro contante che è presente in Italia (grazie alle considerevoli somme risparmiate dagli italiani, durante gli anni di crescita economica e finanziaria). Il risultato? Stiamo allegramente finanziando i titoli di stato dei Paesi di tutto il mondo, a discapito del nostro, che più di tutti risente (e qui mi ripeto) dell'assenza del credito che dovrebbe essere garantito dalle banche nazionali, bloccate invece dalle troppo stringenti regole che l'euro zona ha imposto.
« Ultima modifica: Aprile 19, 2013, 07:36:02 da Faber »
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nihil

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Re:La nascita della terza repubblica (italiana)
« Risposta #1 il: Aprile 19, 2013, 08:00:14 »
già, il tempo è finito, una pagliacciata simile non si era mai vista.
Un presidente stile americano? e se ci capita un demente che cambia le leggi solo a suo favore?
Io sinceramente, questa balletto sul nome del presidente, non l'ho capito! si continua a fare giochetti mentre l'Italia va a dormire sotto i ponti!

Nuvolone

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Re:La nascita della terza repubblica (italiana)
« Risposta #2 il: Aprile 23, 2013, 22:00:05 »
Chissà cosa ne pensa Presenza; chissà perché non scrive molto anche in questa sezione, anzi, non scrive niente !  ;D

Faber

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Re:La nascita della terza repubblica (italiana)
« Risposta #3 il: Aprile 24, 2013, 14:48:29 »
Chissà cosa ne pensa Presenza; chissà perché non scrive molto anche in questa sezione, anzi, non scrive niente !  ;D
Tuttavia, sarei curioso di conoscere anche il Tuo punto di vista al riguardo, poiché ho notato che la politica e tutto ciò che le ruota intorno attirano, spesso, la Tua attenzione.   :dsew:
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