Conosco il dolore che si prova quando capisci che, per il tuo cane sofferente, c'è solo l'eutanasia e prendi la tremenda decisione.
La mia cagnetta si chiamava Candy perchè era bianca, candida come la neve.
Un tumore al fegato l'aveva devastata ed io l'accompagnai dal veterinario per farla morire.
Le misi il collare per l'ultima volta e uscimmo, come per la solita passeggiata.
Lei, debole e smagrita, camminava lentamente e si fermava, come sempre, ad annusare l'erba delle aiole ed ogni angolo di muro, ma era felice, perchè era con me e si fidava di me ed io mi sentivo uno schifo perchè la stavo ingannando, perchè la portavo a morire, ma non tornai a casa e proseguii verso l'ambulatorio medico.
Come sempre, oppose resistenza, perchè dal veterinario non voleva andarci, ma io la costrinsi ad entrare.
Mentre il dottore, assicurandomi che non avrebbe sofferto, preparava l'iniezione, io l'accarezzavo chiedendole perdono...perchè mi arrogavo il diritto di toglierle la vita, di decidere, come se fossi stata Dio, quanto doveva vivere.
Lei tremava e mi guardava ,quasi a domandarmi cosa stesse accadendo, perchè sentiva che non era la solita visita.
Il veterinario mi chiese se volevo attendere fuori, rifiutai perchè, se avevo avuto il coraggio di portarla a morire, non potevo chiudere vigliaccamente gli occhi quando moriva.
La tenni stretta a me, quando le fu iniettato il liquido fatale: sentii che, a poco a poco, si afflosciava sul tavolo come un sacco vuoto e fu una sensazione orribile,sentii proprio il soffio di vita che l'abbandonava... per sempre.
E poi mi fissò... per l'ultima volta, con quegli occhi aperti, sbarrati, stupiti, perchè mi aveva dato tanto affetto e si fidava di me.
Io mi rannicchiai, anzi mi raggomitolai come un verme in un angolo della stanza e piansi...piansi tutte le mie lacrime!
Claudia