E' per questo che, pur facendo l'insegnante, non ho mai interrogato nessuno; non potrei tollerare di intuire simili pensieri. E poi a che serve? A giustificare, formalmente, quello che già sai. Non riesco neanche a mettere voti bassi perchè, per recuperarli, devi poi inventarti chissà che; preferisco astenermi. In fondo non credo nel voto, e non credo negli insegnanti che, dico, ritengo "arruolati nella magistratura giudicante". Ebbi a scrivere “quelli cui piace giudicare non sono adatti a fare i giudici e andrebbero interdetti. È un mestiere che si deve fare con dolore, perché le sentenze sono scritte in questa lingua imperfetta, da esseri imperfetti, su esseri imperfetti. Qualcuno deve farlo, lo so, ma vorrei ricordarglielo a costoro, che hanno scelto la strada della sofferenza; e i migliori tra loro quel dolore nel petto l’hanno sposato per tutta la vita”. Vengo meno al mio dovere, lo so; potrei essere punito per questo, e anche questo lo so. Ma son insegnante, non professore, e non giudico nessuno; cerco, che Dio lo voglia, di aiutare a crescere e a trovare la propria strada.