Etica mondiale
I principi fondamentali dell’etica non necessitano di religiosità, perciò nel 1990 il teologo svizzero Hans Küng fece pubblicare il suo saggio titolato “Progetto per un’etica mondiale” , col quale prospetta un orientamento etico globale, con regole accettabili da tutti, sia da chi segue una fede sia dall’infedele.
L’ ethos mondiale è collegato alla cosiddetta “regola aurea” espressa da Confucio circa cinquecento anni prima di Cristo: “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”.
Il progetto kunghiano per un etica mondiale è sostenuto dalla “Fondazione per un Etica Mondiale”, creata dal conte Karl Konrad von der Groeben per il rispetto dei diritti umani, previsti nell’apposita “Dichiarazione universale…” firmata a Parigi il 10 dicembre 1948.
Il consenso per i valori dell’etica mondiale fu manifestato nel 1993 a Chicago dai rappresentanti delle religioni in occasione della riunione del “Parlamento delle religioni mondiali”.
Le convinzioni etiche condivise permettono la cooperazione, mentre le religioni possono promuovere la pace fra i popoli, la difesa degli emarginati, la non violenza, il rispetto di ogni vita, la solidarietà e lo sviluppo economico equo, la tolleranza, l’equiparazione dei diritti e delle pari opportunità tra uomo e donna.
Le convinzioni teologiche differenziano le religioni, ma queste sono accomunate da numerosi valori etici, necessari per la convivenza e la collaborazione.
Alla base dei rapporti umani ci sono il bene e la virtù come regole da seguire.
Il tratto caratteriale della virtù fa tendere un individuo al bene, che da molti è considerato relativo, perché gli si dà significati diversi a seconda dei contesti e delle situazioni socioeconomiche. Invece dal punto di vista religioso il bene non è un concetto relativo ma un valore assoluto, immutabile nel tempo.