Autore Topic: Il bivio  (Letto 733 volte)

presenza

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Il bivio
« il: Febbraio 09, 2013, 16:35:14 »
Ho un compagno, ci siamo conosciuti per caso o forse eravamo già in cerca l'uno dell'altra. Lui è divertente, e non ho voglia di descriverlo in verità, non mi piace dire chi è chi, mi piace sentirlo, questo sì, e muovermi accanto a lui come il delfino segue la sua onda. Facciamo tante cose insieme, o forse nemmeno una, è il tempo che trascorriamo a definirci. In fondo nessuno di noi fa qualcosa in particolare, e tuttavia è il modo col quale si fa che rende particolare l'istante. O forse no. Ecco, ci sono, è una vita assolutamente normale e quotidiana quella che facciamo da soli e poi insieme, io e lui nel vivere il momento, l'ora: un sorriso, cucinare insieme, desiderare le stesse cose e anche no. E tutto è così com'è, come dev'essere. In questi giorni per esempio lui è silenzioso, non c'è entusiasmo nelle sue parole, laconici sono i suoi messaggi. Certo non posso pretendere di essere sempre al centro dei suoi pensieri, ho smesso da un po' di preoccuparmi, è anche vero che se lui non parla ho la sensazione che qualcosa non stia andando come dovrebbe, forse siamo già al bivio. Non lotterò di certo perché lui rimanga con me, nessuno può costringere nessuno e se è arrivata la fine, sono pronta. Ho me stessa, le mie cose fatte di niente, nulla che mi appartenga, perché dunque dovrei volerlo? Stiamo insieme così noi, come in un giorno di festa e poi viene il silenzio, il giorno e la notte, oppure sempre giorno e poi la notte, oggi c'è solo notte tra noi. Così ho deciso di non muovere un dito, di non fare assolutamente niente, ascolto questa notte tra noi e i suoi rumori, un cane a distanza, una macchina che passa, le dita su una tastiera, sono sempre quelli i rumori, sempre gli stessi quando viene la notte. Ora c'è un libro sul mio comodino, una copertina in bianco e nero, nulla dei colori del sole. Tutto è come accompagnare la fine, o forse la verità è che sono io a volere, sono io al bivio, no, no, che dico, non è vero, è che gioco d'anticipo così poi non starò così male.
Adesso mi faccio un bel caffè e poi si vedrà, non sono io a dover dare una risposta.


Ho una compagna, finalmente, lei è bella è così come la desideravo nei miei sogni. Dovrei dire nella realtà, i sogni non li faccio ormai da tanto tempo, non ne ho realizzato nemmeno uno e adesso sono qui senza nulla, a parte lei. Con lei sto bene, rido di cuore, e sono sereno. Con lei faccio tante cose che in passato non ho mai fatto, tipo che sto anche con i suoi figli, io non ho figli e avrei voluto averli, oh ci ho provato e tanto fino a stancarmi, e adesso con lei mi è rivenuta la voglia. Però è una vita che decido senza rendere conto dei figli, e con lei non posso farlo, lei non è libera come vorrei, non posso dirle prendiamo la moto e andiamo, lei deve sempre fare i conti con i suoi figli, deve programmare prima. L'altro giorno per esempio sono rimasto solo a quella cena di compleanno, l'avevamo saputo per tempo, lei si era organizzata con i bambini e poi mi chiama e mi dice: “non posso venire, mio figlio ha la febbre”. Non ce la faccio così, a volte mi sembra più pesante, altre volte mi sembra una passeggiata. Eppure lei c'è, lo sento, ma non come vorrei e non le posso dare torto. Quando stiamo insieme io e lei tocco il cielo, nulla di particolare per carità, è solo che è presente, è viva intorno a me e per me, e veramente viviamo senza programmare, ci svegliamo la mattina e ci lasciamo prendere dal giorno.
In questi giorni sento che nemmeno lei così com'è mi può aiutare, mi sento al bivio, mi dico che non ha senso vivere così, voglio il mio silenzio completo, voglio me stesso sapendo che almeno ho solo me e non mi devo condividere con una donna solo quando c'è, solo quando può. Non ho voglia di vederla, lei è intelligente, rispetta il mio silenzio, ogni tanto mi manda un messaggio, mi dice qualcosa, ma non so cosa risponderle. Dovrò parlarle prima o poi, sento che lei comunque aspetta, aspetto anche io che mi si schiariscano le idee, oggi non ne ho di chiare, è tutto un arrovellarsi di pensieri dove lei ormai non c'è, dove non c'è nemmeno il tempo per pensare a lei. Sì, lei non c'entra, c'è qualcosa nella mia vita che non sta funzionando, o forse è così che deve andare e sono io che semplicemente non voglio e per questo sto male, e per questo è meglio che sto solo. Eppure la cerco, la chiamo, lei mi ascolta e poi non so che dirle. Non le so nemmeno dire cosa mi sta succedendo, cosa voglio, o non voglio. Sono solo stanco, ho freddo e anche molto, e lei non può riscaldarmi.
Ora la chiamo, oggi non ho voglia di vederla, voglio solo appassire qui davanti alla televisione.

marisa alberti

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Re:Il bivio
« Risposta #1 il: Febbraio 10, 2013, 17:33:53 »
Originale e bello! Brava!

ciro

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  • Un soffio vestito di parole diventa poesia
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Re:Il bivio
« Risposta #2 il: Aprile 14, 2013, 05:18:25 »
Bella questa storia allo specchio quando nello speccchio non vediamo solo noi stessi ma anche l'altro. Iniziano nello stesso modo, pere che l'anima gemella sia stata finalmente trovata, magari senza fuochi d'artifici, ma forse non si desidera tanto. Poi il silenzio si insinua tra loro e giorno dopo giorno, notte dopo notte, logora tutto. Voglia di star soli o di prepararsi al peggio, questo diventa il loro rapporto. I figli di lei potrebbero essere solo un pretesto e nulla più. Forse che l'amore stanca? Forse non era  amore vero?
Triste, molto triste, soprattutto se si pensa che troppe coppie la vivono davvero.

Ciro

nihil

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Re:Il bivio
« Risposta #3 il: Aprile 17, 2013, 20:28:49 »
triste e realista, ad un certo punto lo specchio riflette non più loro, ma solo lei o lui.