Autore Topic: La mia domanda  (Letto 319 volte)

presenza

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La mia domanda
« il: Gennaio 15, 2013, 17:21:06 »
Mi distraggono le voci in fondo al cortile, o forse questa storia mi ha stancata, o forse ancora mi sto arrovellando senza nessuna evoluzione. Una volta un editore mi disse che sì tendenzialmente mi arrovello, come il pensiero quando genera altro pensiero. Mi fermo e sto a guardare quelle parole su quel foglio bianco seduto in prima fila che sta adesso a sonnecchiare. Prendo un libro, uno qualunque e mentre lo leggo scopro un perché. La mia domanda è: “perché non riesco a scrivere più di questi striminziti cinque fogli? La risposta la trovo per caso: la lunghezza di un romanzo è come il numero degli ospiti seduti al tavolo. Ecco forse non mi piacciono le tavolate, quanto piuttosto l'intimità del pranzo, per questo i miei non sono “striminziti cinque fogli,  ma solo fogli intimi come ad un caffè.

nihil

  • Mucchine
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Re:La mia domanda
« Risposta #1 il: Gennaio 16, 2013, 08:30:36 »
concordo, accade anche a me. Forse abbiamo già detto molto, le parole e i pensieri si sono fatti guardinghi.

ciro

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  • Un soffio vestito di parole diventa poesia
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Re:La mia domanda
« Risposta #2 il: Gennaio 20, 2013, 08:12:30 »
Concordo pienamente. Scrivere un romanzo, superando le fatidiche cinque pagine, vuol dire lasciare aperte le porte e finestre  di casa nostra per un tempo incalcolabile. Chiunque potrebbe entrare e  non sempre ce la sentamo di correre il rischio, soprattutto quanto siamo introversi, di natura o occasionalmente. Fino alla parola fine tutta la situazione resta sospesa, i personaggi vanno e vengono, qualcuno prende il sopravvento anche contro il nostro volere, altri restano nell'angolo e aspettano solo un nostro cenno per rientrare in scena. Ho provato questa sensazione un paio di volte e, stati d'animo permettendo, devo dire che è stato magnifico, affascinante, qualche volte ero il primo a meravigliarmi delle sensazioni nuove che ho provato. Ogni tanto apro qualche pagina a caso e scambio qualche parola con qualcuno di queste creature e la la malinconia incede.

Ciro