Concordo pienamente. Scrivere un romanzo, superando le fatidiche cinque pagine, vuol dire lasciare aperte le porte e finestre di casa nostra per un tempo incalcolabile. Chiunque potrebbe entrare e non sempre ce la sentamo di correre il rischio, soprattutto quanto siamo introversi, di natura o occasionalmente. Fino alla parola fine tutta la situazione resta sospesa, i personaggi vanno e vengono, qualcuno prende il sopravvento anche contro il nostro volere, altri restano nell'angolo e aspettano solo un nostro cenno per rientrare in scena. Ho provato questa sensazione un paio di volte e, stati d'animo permettendo, devo dire che è stato magnifico, affascinante, qualche volte ero il primo a meravigliarmi delle sensazioni nuove che ho provato. Ogni tanto apro qualche pagina a caso e scambio qualche parola con qualcuno di queste creature e la la malinconia incede.
Ciro