Che le donne siano nate per fare l'infelicità dell'uomo è un'idea generalmente diffusa nel mondo intero. Questo sembra scontato. Il Buddha, malgrado le sue grandissime doti di lucidità di pensiero, non sempre è sfuggito alla regola. Come gli altri, ha considerato la maggioranza delle donne creature “folli” e “crudeli”, feroci “come un brigante” e, s'intende, menzognere per natura. Ha esortato a lungo i suoi primi discepoli, a diffidare delle donne, a non curarsi di loro.
Senza dubbio, dal punto di vista della vita spirituale, la donna era considerata inferiore. Questa esclusione è curiosamente universale. Nel XVI secolo un concilio dividerà la Chiesa cattolica a proposito della qualità dell'anima femminile. La stessa esistenza di quest'anima otterrà solo una maggioranza di pochi voti. Ancora quest'anno, nel 1994, l'ordinazione di alcune donne- prete da parte delle autorità della Chiesa anglicana ha fatto gridare al tradimento qualche anima pia scandalizzata e il papa ha riaffermato che nella Chiesa cattolica solo gli uomini possono diventare preti. L'abito talare non sempre preserva dal maschilismo.
Per molto tempo, soprattutto nei paesi dell'Asia meridionale, la donna ha dovuto osservare regole precise nei rapporti con i monaci mendicanti: non toccare gli alimenti nel riempire la ciotola dell'elemosina, non camminare sulla stuoia dove un monaco era seduto, non parlare mai per prima, non spogliarsi mai davanti a lui né sedersi in una posizione che potesse destare desiderio.
Nel buddhismo, e soprattutto nella tradizione Mahayana, i due sessi sono teoricamente uguali. Tuttavia una discriminazione sussiste.
E anche se si esamina la condizione della donna in Occidente, resta il fatto che continua a sussistere la discriminazione. Questa riguarda ad esempio i salari, la posizione nella vita politica, la gestione dei mezzi di comunicazione, per non parlare degli sconvolgimenti e traumi della vita quotidiana. Dopo le speranze di “liberazione” e di “uguaglianza” dei decenni precedenti, una sorta di disillusione sembra essersi abbattuta su tutta una generazione di donne, oggi quarantenni, sovente divorziate e senza lavoro.
Dobbiamo prendere una nuova coscienza di quel che può significare “uguaglianza fra uomini e donne”. (da un discorso del XIV Dalai Lama)
… è vero, bisognerebbe prendere una nuova coscienza su ciò che significa realmente uguaglianza tra uomini e donne e comprendere perché una tale leggenda si sia potuta creare nel corso della storia. E' forse paragonabile alle grandi aberrazioni per le quali i neri sono stati considerati inferiori ai bianchi, o gli ebrei agli ariani, o le genti del sud rispetto a quelle del Nord...?