... e li dipinse... Erano giorni, settimane, forse mesi che si dibatteva fra l'essere nel sogno, libero di poter amare e vivere e sognare senza porsi perchè, nè limiti e l'essere nel mondo quotidianamente, forzato, stretto, chiuso, privo di ogni libertà.
Si sdraiò sulla sua vecchia poltrona e stette, così, senza più pensare, senza più ponderare, soppesare, analizzare. Decise che la sua prossima tela avrebbe fissato per l'eternità le immagini affiorate dall'incoscienza senza sogni.
Non aspettò. Non chiuse gli occhi volontariamente. Stette.
Arrivò da lontano un'unica sensazione. Un bacio sulla bocca. Dolcissimo. Appassionato. Carico di desiderio. Muto eppure concreto.
Non apparteneva ad alcuna figura conosciuta. Non proveniva da immagini di sogno. Non era. Eppure era.
Più nulla intorno.
Non vedeva. Non toccava. Non gustava. I sensi erano come sospesi. Eppure quel bacio era reale. Lo percepiva. Lo sentiva. Lo viveva.
Quando tornò, di fronte a sè una tela lo attendeva. Colori ad olio e pennelli. Ed il ricordo di una promessa fatta a se stesso. Un'ora prima? Un giorno prima? Un mese prima?
Tornava dal senza-tempo e nulla aveva importanza. Sapeva di non poter usare la sua consueta capacità di razionalizzare. Doveva semplicemente agire.
Si alzò dalla vecchia poltrona e incominciò a dipingere.
Ancora una volta si ritrovò a non vedere nulla, a non toccare nulla, a non gustare nulla. Agiva.
La percezione di quel bacio sulla bocca col suo soffio di pura libertà dai sensi, agiva senza volontà. Liberamente.
Quando tornò, sulla tela, i colori che comparivano erano composti in due figure senza volto, unite da un bacio sulla bocca.