Autore Topic: Violenza sulle donne  (Letto 856 volte)

Doxa

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Violenza sulle donne
« il: Novembre 25, 2012, 19:14:34 »
A Padova, nella Cappella degli Scrovegni, le serie delle Virtù (parete destra) e dei Vizi (parete sinistra) decorano la fascia inferiore delle pareti.

L’affresco  giottesco a monocromo dedicato alla Ingiustizia è di fronte a quello della Giustizia.

L’Ingiustizia è simboleggiata da un uomo anziano in posizione seduta, davanti le sue gambe ci sono degli arbusti. Nella mano sinistra regge una spada, nella mano destra sorregge un arpione.  In basso, c’è il fregio  con tre scene, in quella centrale si vede una donna che viene denudata da uomini, per stuprarla secondo gli studiosi.





Di questa violenta scena mi sono ricordato oggi, 25  novembre, in occasione  della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, voluta nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

La data del 25 novembre fu scelta per ricordare il brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal nella Repubblica Dominicana. Mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate e strangolate, poi furono gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Molte donne vengono uccise ogni anno anche in Italia, con modalità diverse.

Settanta volte su cento la mano che uccide è quella di un uomo da lei conosciuto: un familiare, il partner, un ex che confonde l’amore con il possesso. In questi casi alcuni esperti sostengono che sia più preciso parlare di “femminicidio”.

Il vigente Codice civile italiano riconosce alle donne coniugate pari diritti e pari doveri rispetto ai mariti, ma fino al 1975 la legge assegnava al marito il ruolo di capofamiglia, garantendogli maggiore potere decisionale rispetto alla moglie, che era obbligata ad assumerne il cognome e ad accompagnarlo dovunque egli ritenesse opportuno fissare la residenza.
Anche la possibilità per una donna sposata di avere un lavoro fuori casa era considerata subordinata alle esigenze della famiglia, stabilite comunque dal marito.

Fino al 1981 in Italia nel Codice penale  era previsto il "delitto d'onore", un tipo di reato perpetrato per tutelare il cosiddetto "onore" o la reputazione: ad esempio l'uccisione della moglie adultera o dell'amante di questa o di entrambi, era sanzionata con pene attenuate rispetto all'analogo delitto di diverso movente, poiché si riconosceva l'offesa all'onore arrecata da una condotta "disonorevole" e la "riparazione dell'onore" non causava riprovazione sociale.
Questo è il testo dell'abolito articolo 587 del Codice penale: "Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella."

Spesso il femminicidio è l’ultima tappa di una serie di vessazioni, maltrattamenti e violenze nell’ambito di un rapporto di coppia.

Il reato di stalking è in vigore dal 2009 per punire l’aggressione psicologica, realizzata con continue telefonate, tentativi di controllo, pedinamenti, A comportarsi in questo modo di solito sono gli uomini che non accettano il rifiuto femminile, pretendono con la forza ciò che viene loro negato.

Le persone non modificano i comportamenti solo perché una legge proibisce alcune cose. Per i molestatori non funziona da deterrente la minaccia dell’arresto, della detenzione.

Molte donne esitano, temono, non reagiscono.  Serve loro molto tempo per capire le difficoltà in cui si trovano, perché sottovalutano i cosiddetti “campanelli d’allarme” che precedono le situazioni a rischio.

Segnali talora percepiti banali, come la gelosia esasperata od un atteggiamento possessivo, possono sconfinare in eccessi da non sottovalutare.

Occorre ricordare che fino al 1968  in Italia l’adulterio veniva  di solito punito solo se l’infedele era la moglie, e che  la violenza sessuale è considerata “un delitto contro la persona” da appena 16 anni: fino al 1996 era un reato contro la “moralità pubblica e il buon costume”, cioè contro dei concetti astratti anziché contro la donna che la subiva.

Gli uomini violenti reputano la donna sottomessa. Essi hanno scarso controllo degli impulsi e dell’emotività. Tendono a sentirsi dominanti, padroni rispetto alla donna, la quale, invece, negli ultimi decenni ha avuto un miglioramento nel ruolo sociale, perciò non accetta più tale subordinazione. Nell’interazione con gli uomini vuole la parità.
« Ultima modifica: Novembre 25, 2012, 19:42:48 da dottorstranamore »

Claudia

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Re:Violenza sulle donne
« Risposta #1 il: Novembre 27, 2012, 16:17:42 »
Grazie, dottor Stranamore, per aver ricordato a tutti che il 25 novembre si celebra la giornata per eliminare la violenza sulle donne.
Ancora troppe donne muoiono, in Italia e nel mondo, brutalmente uccise dalla mano degli uomini che amavano e di cui si fidavano.
Non si può più tollerare nulla del genere, troppe violenze e ingiustizie ha dovuto subire la donna nel corso della storia perchè ritenute inferiori all'uomo, a cominciare dalla Chiesa che, un tempo, la considerava alla stregua di un diavolo tentatore, anche se era stata lei a subire le violenze dell'uomo.
Grazie ancora e mi auguro che presto, in ogni parte del mondo, la donna conquisti  rispetto e dignità e sia ritenuta ovunque pari all'uomo.

                                                                      Claudia
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera!
S.  Quasimodo

piccolofi

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Re:Violenza sulle donne
« Risposta #2 il: Novembre 27, 2012, 18:41:11 »
Anch'io sento il bisogno di ringraziare perche' chi scrive, con intelligente convinzione, e' un uomo : dove si vede che intelligenza e civilta' non hanno sesso e attingono da sole la parita'.
Credo che la violenza, che effettivamente  in base alle statistiche e' perlopiu' maschile e rivolta preferenzialmente contro le donne, sia la manifestazione piu' plateale che esiste di debolezza.
Pare un paradosso, ma e' cosi' : la persona forte, dotata di equilibrio e di valori, sapra' dominarsi quando occorre e non prevaricare, e si vergognera' ogni volta che deflette ; viceversa, la persona debole ricorrera' a tutti i mezzi squallidi e tapini per affermare il suo " io " povero e inconsistente, di essere poco pensante e facilmente irrealizzato.
Basti pensare che da un punto di vista sociale piu' una societa' e' arretrata e primitiva e piu', solitamente, domina la prevaricazione ( quando non l'oppressione vera e propria) nei confronti della donna.
Man mano che una societa' si evolve e si diffondono scolarizzazione e cultura, si va affermando il valore della, perlomeno tentata, parita'.
E' vero che non c'e' legge che possa cambiare le teste come per incanto, e dunque alla base di tutto sta l'evoluzione culturale fatta intima e propria, pero'.....
Pero' c'e' un pero'  :  credo sia assolutamente un obbligo, per una societa' civile, l'approntare gli strumenti per colpire i violenti, e non ci puo' essere distinzione o strizzatina d'occhi per la violenza.   Ne' ci si puo' adagiare sulla considerazione che la repressione non basta  : non bastera', ma ci vuole, come preciso orientamento.  O i violenti crederanno di poter avere giustificazioni e sconti.
Vorrei anzi aggiungere un'altra considerazione  :  se e' una bella cosa che ci si svegli e si faccia la Giornata contro la violenza sulla donna, io trovo che non ci si possa fermare e acquietare nella stigmatizzazione o, peggio, nella commiserazione e nel compianto.
Fatto il programma televisivo, dette tante belle parole, tirato fuori il fazzoletto ed essersi commossi per le tante, troppe donne che hanno visto finire brutalmente le loro vite..., poi si dovrebbe passare all'azione, e all'azione contro i violenti, per scoraggiarne la tracotanza e la vigliaccheria.
Si, accogliamo le donne, spieghiamo loro che non devono aver paura  a denunciare, ecc. ecc. ecc., ma mostriamo innanzitutto agli uomini, ai potenziali violenti a cosa andranno incontro se sceglieranno quella strada, mettiamo dei concreti e forti deterrenti.
Non il carcere, no, tanto sanno che ci stanno poco e poi escono causa sovraffollamento.
Anche, il carcere.
Ma, prima di tutto, sanzioni concrete e inderogabili da qualunque giuria : tipo il perdere il lavoro, l'interdizione dai pubblici uffici, il perdere il diritto alla patria potesta'.
Devono sapere che ci saranno provvedimenti concreti e inderogabili.
Forse all'inizio non ci penseranno, ma pian piano le novita' che dovranno aspettarsi si insinueranno anche nel cervello di quei brutti esseri e la violenza si fermera' prima dell'assassinio.
Perche' stiamo parlando di questo : di assassini.
Non giustizieri, non mariti gelosi o fidanzati mollati, ma assassini.
E sono tali, e continuano senza scrupolo alcuno, perche' sanno che la faranno franca.
Io non riesco ad accettare la sola commozione e il moltiplicarsi di compianti ( che sono diventati fra l'altro pane di vari programmi televisivi ) ma vorrei l'agire :  fatto di  pensate decisioni a livello legislativo.
Altrimenti..... siamo ancora e sempre saremo all'epoca delle prefiche.
Nell'anno 2012.

Doxa

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Re:Violenza sulle donne
« Risposta #3 il: Novembre 28, 2012, 14:54:01 »
Violenza significa fare del male psicofisico. Si può trattare male un individuo con parole, vessazioni, abusi, sofferenze o diversi tipi di violenza.

Violenza e maltrattamento sono sinonimi.

Ci sono uomini e  donne che considerano “strategici” i maltrattamenti.

Il maltrattamento implica che la vittima, oltre ad essere costretta a fare cose contro la propria volontà, si trovi  in uno stato di inferiorità da un punto di vista soggettivo o oggettivo.

Spesso i maltrattamenti vanno avanti per anni, prima che le donne riescano a liberarsi da situazioni angosciose. Oppure si concludono con un omicidio. I cosiddetti raptus sono rari, nel 70% dei casi gli uomini uccidono dopo lunghi periodi di vessazioni e stalking. 

Non solo la violenza fisica. maltrattamento è anche  induzione alla disistima, alla dipendenza economica.  Nella coppia non bisogna mai accettare atteggiamenti dequalificanti. Le frasi che sminuiscono vanno bloccate; chi le esprime  in buona fede cambia atteggiamento.

Quando si parla di violenza sulle donne, si è soliti distinguere in:

Violenza  verbale o psicologica: arroganza, insulti, prepotenze, ricatti, denigrazioni,  minacce verbali, intimidazioni, svalutazioni, che il soggetto esprime nei confronti del proprio partner, nell’ambito di una relazione di coppia conflittuale. La violenza psicologica  può compromettere la salute di chi la subisce.
Migliaia di persone subiscono questa forma subdola e gravissima di violenza, che può indurre alla violenza su di sé o su altri, all’omicidio ed al suicidio.

Il Gaslighting è un insieme di comportamenti subdoli, agiti dal manipolatore (gaslighter), nei confronti di una persona per confonderla, farla sentire in colpa, farle perdere la fiducia in se stessa, farla sentire sbagliata, renderla dipendente, fino a farla dubitare della sua sanità mentale. Il contesto può essere quello di coppia, familiare, amicale e lavorativo.

E’ di fondamentale importanza la conoscenza del fenomeno e la prevenzione dello stesso per contrastare il fenomeno della violenza psicologica, specialmente in ambito famigliare, ove non di rado si assiste a una forma di molestia subdola e continuativa in cui la vittima viene manipolata al punto di dubitare della propria sanità mentale. Spesso questo tipo di violenza non è ravvisabile neanche dalla vittima stessa, la quale si trova inconsapevolmente ad essere manovrata dai propri congiunti, diventando di fatto complice di un processo che mira a distruggere la propria individualità.
« Ultima modifica: Novembre 28, 2012, 15:56:00 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:Violenza sulle donne
« Risposta #4 il: Novembre 28, 2012, 15:37:37 »
Varie ricerche confermano che durante l’infanzia l’esperienza traumatizzante della violenza osservata tra i genitori ed i maltrattamenti subiti personalmente, aumenta il rischio nell’età adulta di perpetuare la violenza nel rapporto di coppia.

Secondo uno studio tedesco le donne che nella loro infanzia e adolescenza hanno assistito a scontri fisici fra i genitori, sono diventate a loro volta vittime della violenza di un partner ed hanno spesso difficoltà a ribellarsi contro la mancanza di rispetto

La violenza ha un’influenza importante anche sulla capacità di sopportare i maltrattamenti.
 
Col tempo, nei rapporti di coppia, la violenza potrebbe diventare più frequente e più intensa, perciò è importante garantire loro l'aiuto psicologico necessario per riavere l'adeguata autostima e la capacità di decidere. Questo sostegno deve implicare una  presa di posizione contro la violenza e l’attribuzione della responsabilità all’autore delle violenze.

La dinamica della violenza nella coppia può indurre la donna a rinforzare il legame col partner violento: egli rappresenta la minaccia ma nel contempo è colui dal quale dipende la sopravvivenza della vittima. Spesso è possibile uscire da un simile rapporto psicopatologico solo quando la vittima si stacca emotivamente dall’autore delle violenze.

La separazione o persino il solo accenno ad intenzioni di separazione possono aumentare il pericolo di un’escalation della violenza. In un simile contesto occorre perciò prestare sempre la massima attenzione alla questione della sicurezza.
« Ultima modifica: Novembre 28, 2012, 15:53:49 da dottorstranamore »

piccolofi

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Re:Violenza sulle donne
« Risposta #5 il: Novembre 28, 2012, 23:12:44 »
Tutto molto interessante, ben analizzato e ben esposto.  Ottimo per chi voglia documentarsi per uno studio, ottimo per chi sia o voglia essere assistente sociale o psicanalista.
Ma la conoscenza e l'approfondimento dei fenomeni, se pure costituiscono una base per supportare le persone su cui si appunta la violenza e il progredire intellettualmente per la collettivita', purtroppo non sono sufficienti a mutare lo stato delle cose.
Le donne, o in generale le vittime predestinate (nel senso di predisposte ), non riescono a reagire perche' la loro insicurezza e il bisogno di dipendenza che si portano dentro per le piu' svariate cause sono appunto il loro tessuto intimo.   Il bisogno di affidamento e di protezione le portera' verso un tipo umano dall'apparenza forte e che fara' poi scontare con piccole o grandi tirannie, ricatti, e via dicendo, il fatto di aver preso le redini.
E pur di non perdere questo illusorio appoggio e di non trovarsi sole di fronte a un mondo che non si sentono capaci di affrontare...pagano anche consapevolmente prezzi sempre piu' alti.
Basta far comprendere loro quel che avviene nel loro essere, i vari perche'?
Credo che l'esperienza di chi si prodiga nel settore delle donne maltrattate mostri che non basta.
Per questo pensavo a strumenti legali punitivi verso gli attori della violenza che fossero commisurati al crimine e senza possibilita' di sconto.
Se e' difficile, molto difficile agire sul " carcerato ", bisogna pensare anche ad agire sul " carceriere ".
Ovviamente il mio e' un auspicio concreto, che esce dall'ambito delle pur affascinanti analisi sulle vittime di una violenza che giustamente e sottilmente (e perversamente ) puo' essere di tanti tipi.

Doxa

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Re:Violenza sulle donne
« Risposta #6 il: Novembre 29, 2012, 08:37:57 »
Grazie Piccolofi per il tuo contributo in questo topic. Sei molto brava. Complimenti.
Se ti va possiamo ampliare l’argomento con altri post .



piccolofi

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Re:Violenza sulle donne
« Risposta #7 il: Novembre 29, 2012, 16:05:28 »
Non sono assolutamente all'altezza tua, invece, ma mi esprimo lo stesso perche' ognuno di noi e' poratatore di un'idea o almeno di un'istanza.