Oggi come oggi funziona così, ci si crede investiti del potere di decisione e come i cavalieri di un tempo ci si alza la mattina e si va a compiere La Grande Impresa. Stamattina per esempio Pippo un uomo comune, come tanti che si deve inventare il lavoro per sbarcare il lunario e sfamare la sua famiglia ha sentito d'avere dalla sua parte l'Investitura. E così, armato di cesoie e con gli scarponi da lavoro ai piedi ha deciso di far piazzapulita del rampicante che abbelliva e copriva l'aiuola della sua vicina di casa, proprietà assoluta della medesima.
La povera donna solo a lavoro ultimato, affacciandosi nel suo giardino mezz'ora dopo scopre d'avere di fronte una grande voragine piuttosto che il suo belvedere, quello stesso che le dava privacy e la isolava dalla strada. E quando ancora in tempo per chiedere spiegazioni a Pippo circa il suo gesto infame, assolutamente arbitrario, invasivo della sua proprietà e non spettante a lui riceve una candida risposta: “era brutto a vedersi”.
Dire a Pippo che la sua ignoranza lo limitava, che le proprietà altrui si rispettano anche se poi lasciamo tutto su questa terra, e ancora aggiungere che almeno avrebbe dovuto passarle il permesso, o chiederle se le avesse fatto piacere un po' di pulizia, quel dire fu solo accennato.
Rimangono ancora in aria tutti i se, ma solo una è la domanda: con quale diritto ci arroghiamo il libero arbitrio sulle cose altrui e sugli altri?