Autore Topic: L'errore  (Letto 370 volte)

presenza

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L'errore
« il: Settembre 25, 2012, 16:35:06 »
C'era lei, a quel tempo avrà avuto sì e no circa trent'anni. Aveva finito da poco il suo ciclo di studi universitari durato più di quattro anni. Una bella festa, una torta e i confetti rossi.
E poi c'era il Concorso. Tutti agitati, le tasse, la domanda, sarà l'ultimo, non lo puoi mancare.  La sua testa era ancora sui libri, allo studio era abituata, tenterò si disse e partecipò. Passò qualche mese e poi un telegramma. L'ora, il giorno e il luogo riportati su carta per la prova scritta.
Conosceva a stento quella città, la madre e il fratello l'accompagnarono. Una grande emozione, l'occasione della vita e una responsabilità di cui sentiva l'enorme peso. La mattina c'era il sole in quella città, quel giorno a quell'ora. Con un vocabolario sotto il braccio, la borsa, l'acqua e i biscotti lei si sedette al suo banco in silenzio. E la prova ebbe inizio. Difficile la scelta, respiro profondo, organizzare le idee e la penna sul foglio scorrevole e decisa. Otto le ore che ci mise, otto le ore previste. All'uscita la madre e il fratello chiedendo di qua e risposte di là, non so, speriamo intanto è andata. Un anno trascorse e niente si seppe e poi d'improvviso l'arrivo del telegramma. La prova scritta era andata, bella che superata, l'orale adesso doveva affrontare. Ancor più duro, difficile a dirsi, difficile a farsi e che vuoi, le disse il padre, ormai non puoi più mollare. E così lei andò, una valigia di libri si portò, pesante e con ansia si presentò. Mentre era  in attesa di essere chiamata passava in rassegna la gente e quei volti, sentiva, carpiva domande e risposte e un respiro,  e dopo il suo nome. Il tempo trascorse lento e a parole, un libro e poi un altro, una prova e un commento, mi dica, le dico e infine la fine. Si alzò soddisfatta, le strinsero la mano e attese il responso con l'ansia e la gioia. A fine serata, quando tutto era passato appesero gli elenchi e vide che aveva superato.
Che gioia, sollievo, forza e potenza, adesso rimaneva solo di attendere “il posto”. Passò qualche tempo e passata la gioia, la vita, le scelte, interessi diversi sì il Concorso fu presto dimenticato. Una speranza all'inizio e più debole col tempo e poi per che cosa quel posto adesso non era sicura più di volere. Che fai, sei matta, rifiuti se arriva la nomina?
E il tempo continua, la vita che incalza e l'età che matura, lo so, lo sento diceva a se stessa, non ho più la voglia e non è ciò che voglio. Eppure l'attesa durava e durò, passarono mesi e poi anche anni e quando già stanca si volle informare le dissero: “stia tranquilla prima o poi qualcosa arriverà”. E certo ormai lo sapeva, l'unico aspetto che le sarebbe interessato di quel posto solo nominato, sarebbe stato il compenso in denaro. Quanti così lavorano, senza entusiasmo, senza piacere e frustrati, angosciati per poi arrivare alla fine del mese intascare quei soldi ormai dissanguati.
Che altro poteva, se non resistere  all'idea, altri gli ideali ma di soldi mancanti, quel posto era certo i soldi li avrebbe erogati.
E così quel tempo, all'inizio breve, nel tempo diventò voragine. Un giorno si guarda intorno, decide di volere una risposta e chiede: “sono trascorsi già tredici anni, che fine mi riservate?”
“La fine, signorina? E' lei che alla domanda ha scritto: solo abilitazione”. “Che vuol dire”, lei chiese. “Nessuna chiamata le è riservata da questo Concorso, avrebbe dovuto sbarrare la casella Occupazione e Abilitazione”.
Un vuoto davanti, il gelo nel sangue, l'attesa, quel tempo un macigno di niente. Significa dunque domanda sbagliata, richiesta accordata: solo un titolo e niente lavoro.
“E' così, signorina, lei ha chiesto e noi abbiamo eseguito”.
E tutta la pena che a darsi costava, pensieri, speranze, le voglie e non voglie, tutto caduto e crollato nel vuoto. Un grido, un dolore, quell'errore, e lo sbaglio. Avesse, lei, voluto quel posto avrebbe, sì avrebbe ucciso se stessa. E invece il dolore si placa, adesso ti ascolto mia vita amata. Quel gesto, quel segno è un segno di scelta e per questo un cammino rivestito di errore. Non esiste l'errore, e lei confermando annuì con la testa.

nihil

  • Mucchine
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Re:L'errore
« Risposta #1 il: Settembre 26, 2012, 08:23:40 »
wow, un pezzo davvero prezioso, in questo mondo di follia non ci si stupisce ormai quasi più. Io credo però che nulla avvenga per caso, l'errore ha aperto altre porte, che altrimenti sarebbero rimaste chiuse, ha prodotto altre scelte. Rimane la rabbia di non aver fatta "quella" scelta, una specie di tradimento. eeek
Da qualche parte ho letto questa frase: ogni scelta esclude tutte le altre, di fatto quindi non esistono scelte, ma solo una decisione presa.

presenza

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Re:L'errore
« Risposta #2 il: Settembre 26, 2012, 23:01:23 »
Assolutamente vero, cara Nihil, la scelta è del momento e prenderne una piuttosto che un'altra è ciò che è possibile in quel momento.
E quando non è consapevole chiedersi sempre perché... 

ciro

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Re:L'errore
« Risposta #3 il: Novembre 08, 2012, 08:51:58 »
Sono gli errori a tracciare le nostre vite, tanto da domandarsi: ha senso parlare di errori?
Forse sarebbe opportuno parlare di varianti, ma in questo caso tutto varia!

Racconto che ti prende per mano, spegnendo tutti gli altri  interruttori.

Ciro

Claudia

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Re:L'errore
« Risposta #4 il: Novembre 11, 2012, 16:59:05 »
Ho sempre pensato che, in qualche modo, gli eventi importanti della nostra vita facciano parte di un destino ineluttabile che è al di sopra della nostra capacità di libera  scelta e forse il nostro libero arbitrio è limitato alle infinite possibilità di risposta che diamo agli accadimenti che costellano la nostra esistenza.
Quindi l'errore  potrebbe essere solo un destino già tracciato, perchè altre erano le vie da percorrere.

        Claudia
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ed è subito sera!
S.  Quasimodo