Ho guardato a lungo la vecchia col largo cappello, seduta al bar sorseggiando un martini. Tutto era al suo posto, il naso aquilino, il trucco pesante, il vestito di pizzi e merletti e uno sguardo disperso. La vecchia era quella senza alcun dubbio, ma dov'era la giovane?
L'ho vista, oh sė certo che l'ho vista e cosė tutta contenta mi sono alzata dalla sedia, e con gesto trionfale ho pagato per me e per quelle.
Appena sono state lontane dalla mia vista un pensiero ha attraversato la mente riportandomi a quel bar: una vecchia stava seduta realmente a quel tavolino? Domanda folgorante in pieno giorno mentre una vetrata rimandava la mia immagine riflessa, e un grido soffocato č uscito dalla gola. Eppure la giovane c'era, l'ho vista, era lei sinuosa e armoniosa dove č finita? Un pensiero si affaccia alla mente e sorride di cuore alla mia dispersione. Hai visto? Che hai visto? E se hai visto non visto che visto che hai visto?
Mi scoppia la mente, mi levo il cappello e la vedo, sė lei, la giovane. Nell'angolo stava e come d'incanto appariva ogni tanto. Ecco svelato l'arcano, mistero siffatto di una mente diafana. Ma adesso non voglio, non lei, mi basta la vecchia e il suo nero cappello di piume, capelli intrecciati a chignon e il suo sguardo disperso.