Autore Topic: Il fatto, il pensiero e la consapevolezza  (Letto 537 volte)

presenza

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Il fatto, il pensiero e la consapevolezza
« il: Settembre 03, 2012, 16:41:56 »
Dialogo


- E adesso ti chiedo di farmi parlare senza interrompere, ho poco tempo e in questo tempo ho bisogno di dirti tutto ciò che mi fa stare male e che dipende da te.
- Ti ascolto, non interromperò il tuo parlare.
- Sei stata sempre inquieta, ed io ho pazientato sperando che tu potessi calmare le tue inquietudini. Ricordi quel giorno in cui andai a quel Santuario, ebbene lì, di fronte all'immagine della Madonna sentii pace dentro il mio cuore. E tornando a casa tu mi dicesti d'aver incontrato quell'uomo che tante volte avevi respinto e poi accettato. Finalmente ti eri messa la testa a posto decidendo di riprenderlo con te, hai lottato con unghie e denti per strapparlo a quell'altra donna di poco conto e quando tu e lui vi siete sposati ho gioito, finalmente, la Madonna mi aveva fatto la Grazia. Avevi la tua casa, lo stipendio di tuo marito, poi sono venuti i figli, avevi tutto insomma, ti permettevi perfino di spendere i soldi per la donna delle pulizie, uscivi ed entravi dai negozi senza problemi. Che te ne facevi di un lavoro tutto tuo, avevi già tutto e questa era la tua felicità. E poi, poi che cosa è l'innamoramento, tutto passa e ciò che resta è il sentimento di ciò che si ha insieme. Hai sempre inseguito fantasmi, quando l'unica realtà giusta era la tua famiglia. Ora l'hai spezzata. E quale altra prova d'amore tuo marito poteva darti aspettandoti ogni volta, tutte le volte che decidevi di riprendertelo, per farti comprendere che questo è amore. L'hai gettato via ancora una volta, e hai gettato via ai tuoi figli il padre. Che male hanno fatto loro, per essere stati privati della famiglia. I sogni, l'amore sono tutti libri, ma i libri non sono la vita, e la vita è fatta di figli, marito, e la casa a cui badare. Adesso invece che madre sei, stai tutta la settimana a badare ai bambini, ti trovo sempre a casa quando ti cerco e poi il fine settimana ti trasformi. Stai fuori due giorni e non mi dici con chi vai e dove vai, e non m'interessa saperlo sai, basterebbe che riflettessi un attimo per ricomporre la giusta famiglia. Come non ti vergogni a guardare i tuoi figli, e quando ritorni da loro con che occhi li puoi osservare. Loro soffrono, sai, non è vero che sono sereni, soffrono e tanto. Non ti comprendo come donna, dovresti ritornare sui tuoi passi e riconoscere che le tue inquietudini sono solo infantili, che le cose che cerchi non esistono. Pensa ai bambini e a tuo marito e ricomponi con giudizio ciò che hai distrutto per incoscienza. E adesso non aggiungo altro, avrei ancora da dire ma ho preso già tutto il mio tempo.
- Va bene, posso solo dirti che...
-  Non sento, non ti sento bene.
- Voglio solo dirti che se volessi condividere il mio presente...
- Non ti sento bene, scusa, ho la televisione accesa.
- Sì, allora spegni il televisore, prima eri tu a parlare e non ti dava fastidio, adesso che parlo io certo che non riesci a sentirmi.  Comunque volevo dirti che se vuoi condividere il mio presente, il mio adesso non ho problemi a raccontarmi come facevamo una volta, e se invece non vuoi posso solo ascoltare la tua sofferenza e nient'altro.
- Buonanotte
- Sì, buonanotte.


Pensiero e Consapevolezza

P-  Hai ascoltato mezz'ora di monologo fatto di sole accuse, però forse aveva ragione  a dirti quelle cose. Hai fatto e disfatto e potresti rifare partendo da dove hai interrotto.
C-  Ho ascoltato mezz'ora il suo monologo e ciò che lei è stata, le scelte che ha compiuto, il suo passato, le sue mancanze e i suoi vuoti, la sua carenza, la sua assenza, i divieti, la storia, le imposizioni, il giudizio, il pregiudizio tutto, tutto ha messo dentro, c'era tutta se stessa e niente di me.
P – Certo, ma sei pur sempre tu ad aver scelto.
C – Ho vissuto credendo che si potesse fare a meno di sentire, e che il sentire non fosse ciò che il mio istinto mi suggeriva. Non accettare porta a non condividere ed io non posso fare niente di fonte a questo. Mi dispiace per chi ha poca fiducia nell'altrui credere, e se poi le cose non vanno come si ritiene possano andare, di certo nessuno può darsi colpa, sarebbe semplice e stupido dire: te l'avevo detto! Oggi invece mi sento di dire che le decisioni  si prendono sempre con coraggio, e amare e perdere con profondo dolore e dignità è il senso della vita. Perdere non vuol dire sbagliare per poi dirsi  te lo potevi risparmiare. La strada che decidiamo di percorrere non si risparmia, la si percorre, giustamente e fino in fondo qualunque cosa accada. E non ci sono strade più giuste o più sbagliate di altre. Ci sono solo strade. Ascoltarle e viverle quando ci sembrano quelle del momento, è l'unica cosa giusta che possiamo fare. Nessuno può intraprendere una strada sapendo a priori come andrà a finire.
Non esiste colpa quando alle  scelte seguono solo conseguenze. E non esiste vergogna quando si prende in mano la propria vita con coraggio e senza menzogne.
E quella buonanotte così secca e senza possibilità di replica è una condanna di chi mente a se stesso verso chi è sincero.

ciro

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Re:Il fatto, il pensiero e la consapevolezza
« Risposta #1 il: Settembre 04, 2012, 07:27:07 »
Dare un senso alla propria vita può essere più importante della vita stessa. Tutti gli animali e troppi uomini vivono senza farsi domande, solo per sopravvivere nel migliore dei modi, da copione, e ci riescono egregiamente tra il plauso di chi li circonda. Quando si fanno scelte che sconvolgono la nostra vita e non solo è come buttarsi al buio da un precipizio: sotto vi può essere qualunque cosa. Racconti con passione situazioni e intimità che sembrano sempre appartenerti molto,ma questo non è rilevante, arriverà il tempo in cui potremo sentire tutto come se tutto ci appartenesse. Nella tua analisi si rivela la consapevolezza di aver buttato via una vita d'oro, ma anche la consapevolezza che l'oro è prezioso solo per decisione della società e non in se stesso. La paura di buttare via questa vita, poco importa cosa si ha nel forziere, a volte ci logora più della miseria, del pregiudizi del mondo, del timore di perdere qualunque certezza accettata in passato. Il malessere si insinua nelle nostre vene, nei nostri pensieri, nella nostra anima, poco cambia se ne possediamo una o meno. Se è stata la scelta giusta per il nostro futuro non lo sapremo mai, abbiamo solo il presente. Se il presente è migliore del nostro passato non lo sapremo mai, siamo diversi da quello che eravamo per fare paragoni. E poi, Presenza, vivere una vita già scritta, magari da altri, è peggio che rileggere infinite volte un libro che non ci piace più e che pure avevamo acquistato e letto con avidità.
Gli attimi che viviamo mentre voliamo giù sono lunghissimi e si vivono con un'intensità senza eguali. Ci sentiamo finalmenti protagonisti dlla nostra vita, con luci ed ombre, ma la luce è la nostra e nessuno può spegnere l'interruttore.

Ciro

patriziagiangregorio

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Re:Il fatto, il pensiero e la consapevolezza
« Risposta #2 il: Settembre 04, 2012, 10:52:51 »
Descrizione sofferta di un quotidiano un po' monotono,un quotidiano fatto di routine che non da la felicita' a chi lo vive.Dall'esterno puo' sembrare la vita ideale a cui ciascuno di noi aspirerebbe,ma per chi lo vive non e' cosi'.Entrare ed  uscire dai negozi puo' essere gradevole,e' vero,ma non "riempie"l'anima e il cuore.Non aver bisogno di lavorare non vuol dire non sentirne l'esigenza.La realizzazione personale si compone di tanti piccoli tasselli.

presenza

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Re:Il fatto, il pensiero e la consapevolezza
« Risposta #3 il: Settembre 05, 2012, 00:40:06 »
E' il coraggio di saltare, di lanciarsi nel vuoto, di vivere senza mentire... è proprio vero, Ciro, quanta gente si rinchiude nella propria certezza fatta di niente per paura dell'incertezza, senza sapere o fingendo di non sapere che le certezze non sono di questa vita!