Autore Topic: Indivia  (Letto 791 volte)

squarcio88

  • Mucca Walk
  • *
  • Post: 210
  • Karma: +12/-0
    • Mostra profilo
Indivia
« il: Agosto 10, 2012, 18:08:13 »
Lei era lì. Mi aspettava sempre in quel posto. La raggiunsi in groppa al mio rottame inquietante su due ruote. “Ehi, ciao” mi apostrofò e io la osservai ridendo “Scusa il ritardo, ma le mie ehm, esili gambe, non volevano saperne di insinuarsi nei pantaloni”. “Non sei poi così grassa” mi rassicurò lei, ed il mio istinto mi suggerì che non sarebbe stato il momento opportuno per soffocarla. La legge può essere molto severa in fatto di strangolamenti, sebbene attuati in favore di una giusta causa.
Andammo dagli altri. Tappeti di sguardi vogliosi le si stesero innanzi. Li fulminai e mi chiesi per quale assurdo motivo non me ne ero rimasta a casa. Mi avvicinai ad un’altra amica, una come me, di serie D.
La D è una lettera molto interessante. Ha il gusto di devasto, desistere, distanza, e naturalmente: Domodossola. Per quanto debba ammettere che quest’ultimo vocabolo non abbia mai avuto un ruolo rilevante nella mia vita, gli altri tre non si sono fatti particolari problemi ad accogliermi.
Altro motivo questo, per il quale non sopportavo il suo modo angelico di approcciarsi alla gente, le sue parole prive di ogni pensiero, i lunghi silenzi di chi non ha opinioni sul mondo. Non era affatto una persona riflessiva, ancora oggi mi chiedo se fosse una persona.
Eppure, per gli altri, lei era, io no. In alcuni istanti mi chiedevo se non fosse stato meglio essere come lei. In altri momenti ero certa che sarebbe stato magnifico. Essere adorata a prescindere dall’avere doti particolari sarebbe un sogno per chiunque.
Certo non posso dire fosse una ragazza vuota, questo no. Sono fermamente convinta del fatto che anche lei avesse della carne, ossa e organi vari dentro di sé.
Era la sua bellezza che la rendeva speciale, il suo apparente disinteresse verso ogni cosa.
Iniziai ad amarla.
La mia invidia si trasformò lentamente in gelosia.
Mentalmente rigettavo tutti quelli che le andavano dietro e allo stesso tempo mi sentivo parte di loro. Il suo volto divenne sinonimo di perfezione inarrivabile a cui tendere e la mia vecchia amicizia, mi dava, rispetto agli altri, molte più occasioni di restarle accanto. Avrei anche utilizzato il famoso detto “pendere dalle sue labbra”, se non fosse che non diceva mai un fico secco.
Non ero cosciente di questa mia situazione interiore o forse lo ero e non volevo ammetterlo. La religione nella quale sono cresciuta non vede di buon occhio l’amore tra donne e a quel tempo, nemmeno io.
Non parlarmi di incoerenza Bob, la mente a volte può essere talmente incasinata. Ti arrivano stimoli differenti da ogni parte e tu non riesci a rispondere ad ognuno in maniera opportuna, a trovare un senso, a farti un quadro generale della condizione nella quale sei. Crescere è tutt’altro che facile quando l’unica tua consapevolezza è che crescerai fino al giorno della tua morte.
Quando, nell’associazione all’interno della quale eravamo, la premiarono al posto mio, mi risvegliai magicamente dal mio stato ebete. Per quanto il mio livello di autostima abbia le sembianze di una sogliola, non potevo credere che avessero scelto lei, nella mia stupida ingenuità ritenevo che quello non poteva essere il corso naturale degli eventi. E invece …
Non mi esposi mai, non feci lamentele, da quanto inghiottivo malumore, la gola mi prudeva. Un acido sentimento di vendetta mi risaliva nei polmoni ogni volta che sentivo parlare di questo fatto. Cominciai a notare i suoi difetti, ad indebolirmi per la grande presenza dei miei. E con mia rabbia, giunsi a comprendere quanto anch’essa fosse altrettanto vittima dell’opinione altrui. Perché non faceva nulla per farsi notare, non aveva mai chiesto di essere al centro delle attenzioni.
Questa mia impossibilità di prendermela con lei direttamente, sfociò in un forte desiderio di fumare.
Rimasi nella mia piccola e insulsa tana come un morbido coniglio verde fosforescente, masticando indivia avvelenata e dandomi allo stesso tempo un tono grazie all’uso della pipa. Quella verdura non mi piaceva affatto, ma era l’unico cibo nei paraggi. Come in ogni fiaba che abbia un finale degno di questo nome, un giorno iniziarono a spuntare nuove pianticelle al limitare del mio cunicolo ed io tirai fuori lentamente la testa finché, coltami di sorpresa, qualcuno non me la tagliò di netto. Era stata lei. Seguita da una folla che la incitava, fece un urlo tipo “muahahah!” e invitò i suoi sudditi ad un banchetto a base di coniglio.
Hai ragione Bob, devo smetterla di dire cavolate. Nessuno mi tagliò la testa, né in verità né in sede metaforica. Silenzioso, il tempo sistemò le cose, lei non uscì più molto spesso ed io mi avvicinai ad altri.
L’ho rincontrata ultimamente, ingrassata di molti chili. In quell’attimo un perfido tarlo mi perforò il cuore con un ghigno. Decisi di soffocarlo, la polizia non l’avrebbe mai saputo.
La sua aurea di serenità e bellezza era rimasta e infondo io non avevo mai smesso di volerle bene.
"Il fine giustifica i mezzi? E' possibile. Ma chi giustificherà il fine?"
Albert Camus

Brunello

  • Mucchine
  • Pucca yo yo
  • *****
  • Post: 2274
  • Karma: +46/-15
    • Mostra profilo
Re:Indivia
« Risposta #1 il: Agosto 10, 2012, 18:13:05 »
Mi è piaciuto, si lascia leggere ed è avvincente. Brava :rose:

nihil

  • Mucchine
  • Drago
  • *****
  • Post: 5581
  • Karma: +82/-73
    • Mostra profilo
Re:Indivia
« Risposta #2 il: Agosto 14, 2012, 07:52:50 »
wow, un bellissimo pezzo originale nella vivisezione dell'invidia. Un'invidia onesta però, perchè rende onore all'invidiata.  :D

piccolofi

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2451
  • Karma: +49/-7
  • Buon vento !
    • Mostra profilo
Re:Indivia
« Risposta #3 il: Agosto 14, 2012, 16:36:53 »

  Un'introspezione, un palleggio tutto interiore, fatto di cedimenti, abissi e ironie.
  Uno..squarcio della faticosa lotta del crescere con la speranza di trovare infine la propria forma.
  Un continuo fare il punto, nel teatro del quotidiano, nel divenire dei nuovi incontri, degli interlo-
  cutori, del proprio monologo.
  Indivia : certo, indivia, non invidia.
  Qualcosa di cui si puo' sorridere perche' temperato dall'intelligenza e dal cuore mai dismesso.

presenza

  • Visitatore
Re:Indivia
« Risposta #4 il: Agosto 19, 2012, 00:53:27 »
Un gioco di parole... invidia - indivia. L'invidia che diventa indivia e il coniglio se la mastica. Indivia che è invidia e dal sapore amaro...