Entrai deciso, quella volta, dall'ottico della mia città. Mi sottopose all'esame della vista, mi disse quali erano i miei problemi e mi invitò a scegliere una montatura nuova per quegli occhiali che si rendevano necessari.
Ero abituato, naturalmente, a portarli. Lo facevo da molti anni, da quando ragazzo mi ero accorto di avere uno di quei problemini agli occhi, tipici di quell'età: l'astigmatismo miopico. nulla di grave, s'intende, tuttavia antipatico quando non corretto opportunamente.
Ma, oggi, il problema è ben diverso e, se si vuole, più complesso: presbiopia, ipermetropia e astigmatismo.
Che tristezza! D'un tratto mi sentii invecchiare dentro, sin nel midollo delle mie ossa, quando l'ottico me lo disse, pur sforzandosi di essere compassionevole: lenti progressive ed eliminerai il doppio occhiale. Oddio, ecco ora mi sentivo tutti i miei "anta" sulle spalle (anche se larghe ed ancora ben dritte!).
Mi consegnò gli occhiali nuovi una settimana dopo e, quindi, li provai. Un poco emozionato, devo riconoscerlo. Tuttavia fiducioso e speranzoso di tornare a vedere e, soprattutto per me, e leggere i miei libri e le mie riviste (da sempre la mia vera passione) senza dover far più tanta fatica.
Li inforcai, deciso e con un po' di narcisismo (che non guasta mai!) constatai che in fondo mi stavano davvero bene e mi davano quell'aria da professorino che, alla fine dei conti, non mi dispiaceva.
Dopo qualche ora e dopo aver fatto una passeggiata per le vie della mia cittadina, presi confidenza con i nuovi strumenti per guardare e, finalmente, vedere il mondo che mi circonda (soprattutto quello che, essendo davvero piccolo, mi ero abituato a non vedere). Ero felice. Avevo ritrovato la voglia di fare, di scrivere e di leggere. E pensare che era bastato così poco...!