Sto qui al freddo, aperto alla pagina di ieri. La penna mi scrive e una mano si appoggia, qualche goccia lo so, la sento mi bagna e rimango di stagna.
Accolgo parole e non mi leggo, solo la sfera mi solca e divento persona, su di me si scrive, e non a me si parla. Eppure sto lì, ogni giorno, ogni momento solo ad offrirmi e nemmeno un accenno al mio cenno.
Adesso mi stringe al suo petto, una stretta che sa di disdetta, mi chiude e con fare più rude mi getta là in mezzo nel mucchio e di me non rimane che il cruccio di essere solo un cantuccio.