Quell'anno andai in vacanza a Loano. Uno zio mi avrebbe ospitato volentieri. E così quell'estate fu deciso. Un bel viaggio in treno lungo e caldo, arrivai alla stazione di Genova alle 8.00 del mattino sfinita e con le rotaie al posto delle gambe. Per fortuna feci in macchina il resto del viaggio. Avevo da poco sceso il borsone dal sedile posteriore che mi prese un colpo e lo vidi d'improvviso accanto a me alto e nero. Ma nello sguardo una bontà infinita dentro a quegli occhi color nocciola.
L'intesa fra noi fu immediata e divenne fin da subito la mia ombra. Stava accanto a me e mi teneva compagnia qualunque cosa facessi, mi piaceva accarezzarlo e a lui piaceva il tocco della mia mano.
La mattina andavamo al mare insieme, mi accompagnava sul lungomare e poi stava a guardarmi.
Un pomeriggio decidemmo di fare un bagno al lago e tutti insieme sotto il sole raggiungemmo quel luogo circondato da canne alte e bionde. Lui si gettò per primo e quando risalì si scrollò l'acqua di dosso bagnandomi completamente. Mi rimase addosso quel suo odore pungente fino a che non lo sciolsi con l'acqua della doccia. Ricordo di essermi risentita, ma durò un attimo perché al suo sguardo non potevo resistere.
Passò quella settimana come avesse le ali, e quel giorno della mia partenza Ras aggirandosi per casa insofferente, mi fece intuire che gli sarei mancata terribilmente. Così m'inginocchiai davanti a lui, presi tra le mie mani il suo bel muso e guardandolo fisso negli occhi gli dissi: mancherai anche a me, ma rimarrai sempre presente nel mio ricordo e tingrazio questi giorni perché mi hanno fatto conoscere te.
Abbracciai quel cane come si abbraccia un amico e lui fisso lo sguardo, senza nemmeno abbaiare accompagnò fino all'ultimo il mio sguardo su di lui.
Era Ras un bel lupo alsaziano.