E' un filtro attorno al mondo, quella lente d'ingrandimento utilizzata solo per guardare ciò che si vuol vedere. Quando si è presi da lui tutto appare bello, attraente e non vediamo l'ora di possedere l'oggetto del desiderio. E' quell'aspirazione verso ciò che non abbiamo e che ci sembra migliore tra il tutto.
Ma quando il desiderio scompare, tutto ricompare così com'era sempre stato e non più come lo si era visto fino a poco prima. Sia il desiderio soddisfatto che indebolito dal tempo, ormai niente dopo di lui assomiglia a prima.
Se solo si riuscisse a guardare oltre! A qualcuno capita di saper aspettare. Cogliere gli impedimenti placa la fretta di possedere, e così piano piano si conosce prima di possedere, e quando si è conosciuto abbastanza il desiderio scompare prima di aver filtrato. In taluni casi rimane, e quello non è più desiderio, voglia incontenibile di possedere cose e persone. E' solo dare costante e senza limite: oltre ogni attaccamento, perché attaccamento non è; oltre ogni superficie delle cose, perché superficie non è. E' la vera natura di ciò che si fa e si pensa senza intenzione: "Colui che raggiunge l'altra riva non ha bisogno della zattera".