Il furto
Mi sveglio nella notte, un rumore proviene dal mio studio in fondo al corridoio. Mi alzo, esco dalla camera, nello studio vedo una luce accesa, c’è qualcuno. Con il cuore in gola mi avvicino lentamente, in silenzio. Vedo chiaramente la parete frontale dello studio , il quadro non è appeso , è sul pavimento. Mi avvicino ancora, il cuore sembra scoppiare, forse dovrei chiamare la polizia. No proseguo. La cassaforte è spalancata ma vuota. Completamente. Una chiave è inserita nella sua serratura, non ci sono effrazioni. Maledetti, hanno clonato la chiave, sono professionisti! Mi sposto lateralmente e intravedo la scrivania. Sopra di essa in un ordine maniacale riconosco le scatole dei miei preziosi, la busta del contante, tutta la mia vita in poche cose che mani estranee ma esperte avranno certamente svuotato per evitare inutili ingombri durante la fuga. No, non sono scappati, sento un respiro che mi gela inchiodandomi sull’uscio, non riesco a muovermi. Con un ultimo sforzo irrompo nella stanza e sul divano addossato alla parete quello che vedo mi toglie l’ultima parola. Lei sta leggendo le mie poesie segrete.