Autore Topic: Un mondo al maschile  (Letto 727 volte)

presenza

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Un mondo al maschile
« il: Luglio 10, 2012, 17:10:03 »
Che le donne siano nate per fare l'infelicità dell'uomo è un'idea generalmente diffusa nel mondo intero. Questo sembra scontato. Il Buddha, malgrado le sue grandissime doti di lucidità di pensiero, non sempre è sfuggito alla regola. Come gli altri, ha considerato la maggioranza delle donne creature “folli” e “crudeli”, feroci “come un brigante” e, s'intende, menzognere per natura. Ha esortato a lungo i suoi primi discepoli, a diffidare delle donne, a non curarsi di loro.
Senza dubbio, dal punto di vista della vita spirituale, la donna era considerata inferiore. Questa esclusione è curiosamente universale. Nel XVI secolo un concilio dividerà la Chiesa cattolica a proposito della qualità dell'anima femminile. La stessa esistenza di quest'anima otterrà solo una maggioranza di pochi voti. Ancora quest'anno, nel 1994, l'ordinazione di alcune donne- prete da parte delle autorità della Chiesa anglicana ha fatto gridare al tradimento qualche anima pia scandalizzata e il papa ha riaffermato che nella Chiesa cattolica solo gli uomini possono diventare preti. L'abito talare non sempre preserva dal maschilismo.
Per molto tempo, soprattutto nei paesi dell'Asia meridionale, la donna ha dovuto osservare regole precise nei rapporti con i monaci mendicanti: non toccare gli alimenti nel riempire la ciotola dell'elemosina, non camminare sulla stuoia dove un monaco era seduto, non parlare mai per prima, non spogliarsi mai davanti a lui né sedersi in una posizione che potesse destare desiderio.
Nel buddhismo, e soprattutto nella tradizione Mahayana, i due sessi sono teoricamente uguali. Tuttavia una discriminazione sussiste.
E anchese si esamina la condizione della donna in Occidente, resta il fatto che continua a sussistere la discriminazione. Questa riguarda ad esempio i salari, la posizione nella vita politica, la gestione dei mezzi di comunicazione, per non parlare degli sconvolgimenti e traumi della vita quotidiana. Dopo le speranze di “liberazione” e di “uguaglianza” dei decenni precedenti, una sorta di disillusione sembra essersi abbattuta su tutta una generazione di donne, oggi quarantenni, sovente divorziate e senza lavoro.
Dobbiamo prendere una nuova coscienza di quel che può significare “uguaglianza fra uomini e donne”. (da un discorso del XIV Dalai Lama)


… è vero, bisognerebbe prendere una nuova coscienza su ciò che significa realmente uguaglianza tra uomini e donne e comprendere perché una tale leggenda si sia potuta  creare nel corso della storia. E' forse paragonabile alle grandi aberrazioni per le quali i neri sono stati considerati inferiori ai bianchi, o gli ebrei agli ariani, o le genti del sud rispetto a quelle del Nord...?

ciro

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Re:Un mondo al maschile
« Risposta #1 il: Luglio 10, 2012, 17:42:37 »
Uno dei maggiori impedimenti all'uguaglianza reale tra uomini e donne consiste nella mancanza di coscienza di questa uguaglianza da parte delle stesse donne. Non di tutte fortunatamente. Non si raggiunge la parità se non ci si sente pari in partenza. Nel nord del mondo le donne hanno dimostrato tutto il laro valore sia in politica che in altri campi importantissimi. Donne straodinarie non mancano certo da noi ma dovrebbero mettersi un po' più in gioco e poter contare almeno sulla metà della popolazione oltre su quelli che sono stanchi dei loro colleghi maschietti. E sicuramente siamo tanti!

Ciro

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Re:Un mondo al maschile
« Risposta #2 il: Luglio 10, 2012, 18:02:43 »
In parte condivido. Molto generalizzando, le donne faticano ad adottare i comportamenti paritetici cui hanno diritto. Influiscono, oltre ai vistosi residui della  secolare condizione minoritaria, la struttura tuttora  "maschile" di molte attività sociali, culturali, politiche... Le quali richiedono, per essere frequentate con successo, un approccio e una declinazione estranei alla maggioranza delle donne e spesso fastidiosi.
Cito quale esempio l'impegno politico. Immaginiamolo minimo, nell'amministrazione di un piccolo paese.. Anche a prescindere da poco commendevoli intrighi, si svolge in modo da richiedere tempi lunghi, modi aggressivi, faticose mediazioni ecc. Raramente le donne hanno tempo ed energia da perdere. Occorrebbe una trasformazione in senso pragmatico, razionale, efficace di tutto il modello. Siamo troppo poche per riuscire a imporlo, anche se qua e là ci proviamo con successo. Certo, invadendo in massa le istituzioni...Coraggio! :ci:
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Re:Un mondo al maschile
« Risposta #3 il: Luglio 10, 2012, 19:11:58 »

    Condivido parecchio.   Niente e' facile, le donne devono coniugare impegni diversi, impegni
    che tuttora gravano su di loro.
    Non basta parlare solo di mentalita', spronare ad avere piu' fiducia e rispetto per il proprio
    genere di appartenenza  ( es. le donne non si fidano delle donne, non votano le donne, ecc. ).
    Indubbiamente la mentalita' cambia coi suoi tempi, che sono sempre piu' lunghi rispetto alla
    evoluzione affermata e teorizzata, pero' temo che la questione conservi un risvolto pratico.
    Una donna ha bisogno di molta piu' energia in tutti i sensi, dal momento che le si chiede, a
    parita' di impegno, molto piu' che a un uomo.
    Deve essere in gamba come un uomo se non di piu', ma deve rimanere percepibile come
    donna; deve profondere tutte le sue risorse nel lavoro, essere competitiva, ma non trascu-
    rare la famiglia, cosa che neanche lei vorrebbe e comunque la famiglia non le perdonerebbe.
    I problemi degli anziani ( e la nostra e' una societa' ad alto tasso di anziani ) saranno sulle
    sue spalle ( se non nel senso di accudimento, certo nel senso di farsi carico della risoluzione
    dei problemi ).
    Gli uomini minimizzano, ma mettendo una cosa dietro l'altra.....
    E il tempo e' uguale per tutti.
    Insomma, l'aver teorizzato la parita' e' gia molto, sia rispetto al passato sia a confronto delle
    ( in)civilta' che ci attorniano, pero' il traguardo della parita' effettiva e' lontano.
    Si pensi poi che c'e' chi comincia a pensare che non sia affatto un traguardo, ma un traboc-
    chetto, che sta mandando a pallino il rapporto uomo-donna nei suoi fragili equilibri.
   
   

presenza

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Re:Un mondo al maschile
« Risposta #4 il: Luglio 11, 2012, 00:22:53 »
Uno dei maggiori impedimenti all'uguaglianza reale tra uomini e donne consiste nella mancanza di coscienza di questa uguaglianza da parte delle stesse donne. Non di tutte fortunatamente. Non si raggiunge la parità se non ci si sente pari in partenza. Nel nord del mondo le donne hanno dimostrato tutto il laro valore sia in politica che in altri campi importantissimi. Donne straodinarie non mancano certo da noi ma dovrebbero mettersi un po' più in gioco e poter contare almeno sulla metà della popolazione oltre su quelli che sono stanchi dei loro colleghi maschietti. E sicuramente siamo tanti!

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"L'impedimento all'uguaglianza sarebbe la mancanza di coscienza dell' uguaglianza stessa da parte delle stesse donne". Questa è una frase che apparentemente potrebbe sembrare giusta, in verità è discriminante se si considera che una "mancanza di coscienza" potrebbe averla parimenti la donna come l'uomo. E tuttavia se un uomo è incosciente rimane sempre un uomo quale è, se lo è la donna diventa impedimento a se stessa e pochezza nell'espressione di sé. Penso che certi luoghi comuni sono talmente radicati in ogni coscienza da sembrare naturalmente accettabili e ovvi. Tuttavia si dovrebbe partire proprio da essi, forse, per cominciare a rivisitare il nostro proprio concetto di uguaglianza.

ciro

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Re:Un mondo al maschile
« Risposta #5 il: Luglio 11, 2012, 07:51:00 »
Sono fermamente contrario a qualsiasi tipo di ingiustizia, dalla più grande a quella invisibile ai più. La disuguaglianza sessuale, teorica o di fatto, la trovo aberrante quanto quella razziale, sociale e così via. Nulla mi ferisce più di un mendicante che viene sfiorato da un'autovettura che costa centomila euro, di un coglione raccomandato che comanda dieci uomini e donne notevolmente ed evidentemete più in gamba di lui. Non darei la mia vita per tutto l'oro del mondo, ma per eliminare una piccola ingiustizia certamente si. Il mio malessere esistenziale che mi butta giù dal letto ore prima dell'alba rubandomi la pace e il silenzio nasce solo dalla constatazione della malvagità umana. Qualunque ingiustizia, sopraffazione o sfruttamento di simili io la definisco tale, e l'ingratitudine umana hanno la capacità di trasformarmi  in un licantropo in una notte di luna piena. Per il resto, se incontrassi un dio non potrei che ringraziarlo per la piccola dose di ingiustizia toccatami in questo percorso terreno.
Al di là delle incrostazioni che uomini e donne hanno comunque, io ho sempre apprezzato maggiormente, a parità di risultati,  gli sforzi delle donne che valgono almeno il doppio, come giustamente evidenziato nelle altre risposte  e spesso ho combattuto sbattendo la testa contro il muro dell'idiozia e del conformismo maschilista imperante  perchè tali sforzi venissero riconosciuti, solo perchè la giustizia trionfasse e non per discriminare in positivo, è possibile anche questo. Spesso un mio codardo silenzio compiacente mi avrebbe portato vantaggi, ma preferirei ritornare nella caverna che assecondare l'inciviltà moderna.

Quando un saggio incontra un selvaggio non può che avere dei rimpianti.

Un caloroso saluto a tutte le donne di Zam , esseri meravigliosi prima ancora che scrittrici e poetesse di enorme sensibilità e umanità. Grazie per i vostri doni.

Ciro



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Re:Un mondo al maschile
« Risposta #6 il: Luglio 12, 2012, 17:16:55 »

   Bravo, Ciro, cento volte bravo.  Anzi, con Nihil dico  : " Sei forte, Ciro ! "
   In effetti, uno che scrive come te non poteva che sentire nel modo intenso e intelligente
   che esterni in questo tuo intervento, in cui avverto la sincerita', diversamente dalla compia-
   cenza sciocca quanto falsa di tanti pretesi " femministi ".
   Io non penso che le donne siano superiori all'uomo, ne' il contrario : penso che siamo voci
   e sensibilita' diverse, fatte per coesistere con garbo e intelligenza secondo le nostre diverse
   doti.
   Una coesistenza che puo' essere un regalo anziche' una guerra o una gara, assurde tutte e
   due.
   Poi, esattamente come te, dico anch'io che la cosa che piu' mi offende e' l'ingiustizia, quella
   sorda e arrogante che non cerca miglioramento alcuno ed e' sintomo di pochezza.
   Purtroppo le persone elette sono poche, mentre i " quaquaraqua' " sono tantissimi.