Che gioco assurdo, la bambina ha chiesto un bicchiere d’acqua e lo ha fatto come faceva quando aveva tre anni: “voglio acqua”. Adesso di anni ne dimostra almeno cinque. Mi guarda e non lo beve.
- Per favore, basta con i giochetti! - mi sforzo d’essere paziente – coraggio, torniamo a dormire!
Lei sorride e non mi risponde. Intinge l’indice nel bicchiere e tira fuori una gocciolina sulla punta del dito.
Lentamente si avvicina alla finestra; la vedo di spalle, poi si gira un attimo - grandi occhi scuri e casco di capelli neri che sorridono alle orecchie. Torna a guardare il vetro. Con delicatezza appoggia la gocciolina al vetro della finestra della stanzetta. Sono le cinque del mattino, perché non dorme? –
Una gocciolina non basta. Ecco, alla sinistra tiene il bicchiere mentre ripete il gioco - ne prende un’altra e non si ferma. Una dopo l’altra, ogni gocciolina tentenna sulla punta del dito. Con delicatezza e pazienza le pone sul vetro della finestra: cinque, dieci, cinquanta, cento, .. ormai ho perso il conto.
Finalmente torna a girarsi verso di me e con lo sguardo indica il vetro: è tutto pieno di goccioline. La luce bianca del primo mattino le illumina – per un attimo scintillano, sono vive; poi vengono giù dal vetro. E’ una forza invisibile che le tira giù, le deforma senza rimedio.. Resta solo un vetro bagnato. Un maledetto vetro bagnato.
Ho capito.
E’ il momento di rimboccare le coperte alla bambina:
- Sei stata brava.., adesso possiamo dormire?
Prende la mia mano e la stringe; poi chiude gli occhi.