Ricordiamoci che la solitudine e' prima di tutto una percezione, e comunque un fatto soggettivo.
Non importa se una persona sia concretamente sola davvero : importa come si sente o la
possono far sentire gli altri, importa se riesce o meno ad espandersi fuori di se', a comunicare
davvero. E' ovvio che non parlo di parole : tutti siamo capaci di dir parole, e tutti di prestare un
distratto orecchio. Ma se non riusciamo a condividere davvero quel che piu' ci colpisce o ci sta a
cuore, siamo soli.
Ed ecco che l'amico foglio ci offre il destro per esprimerci quando questo bisogno e' impellente
e non trova sbocco.
E grazie a Dio che spesso non lo trova o non l'ha trovato :
avremmo avuto certi poeti o pensatori, se avessero potuto riversarsi con soddisfazione sul
primo che capitava?
Se avessero potuto fare chiacchiere o lamenti, avere interlocutori concreti che ne accogliessero
( e senza afferrarla davvero ) l'intimita'?
Ve lo immaginate il Leopardi felice e beato, circondato da pacche sulla spalla?
" Dai, andiamo a berci un bicchiere, che poi ti passa. "
" Silvia? Eh, ma sai quante donne ci sono? Lasciala perdere questa Silvia, e' buona solo per i
lavori di casa!... "
" Non ti ha detto bene, eh, questa domenica? Si, lo sappiamo che ti aspettavi di piu', che ti eri
fatto tutti i tuoi castelli in aria! Ma c'e' la prossima, dai, vedrai che va meglio! E poi stai a
sognare troppo! Piedi per terra, amico mio, ti facciamo conoscere noi la donzelletta giusta.... "
" Ah, ah, ah ah !!!!!! " Risate grossolane, mentre il povero Leopardi diventa viola.
Va beh, vi grazio e me ne vado.