Le madri, si sa, sono dei personaggi a sè stanti.
Da loro non puoi aspettarti nessuna reazione che sia lontanamente paragonabile a quelle "standard" o quasi.
Così, quando la mia mamma ha accettato un nuovo lavoro - nuovo, primo ed unico della sua vita - la sua perplessità lampante è stata: "Voi? Chi se ne occupa?".
"Ma dài mamma, ci penso io" - risponde l'idiota di turno.
Che sarà mai, mi son detta.
Con questa domanda apparentemente innocua, inizia il primo maledetto giorno della nostra nuova vita.
Mentre ancora salto sulle nuvolette dei miei sogni pieni di elefantini rosa, mamma con diligenza mi elenca una serie di compiti e relativi prodotti, modi, tempi... sembra stia organizzando il ricevimento per le nozze di quei due inglesi, e si preoccupi di mettere le persone giuste ai tavoli giusti.
"Sì mamma, lo so. Vai pure"
Che sarà mai. E torno a dormire, nel mio letto caldo ed accogliente, da quale non vorrei mai alzarmi, in fondo sono solo le... le dieci e dodici minuti. Cazzo.
Schizzo fuori, mi munisco di scope, spray anti polvere, palette, tutto. Nel tempo record di quaranta minuti riesco a completare la "lista obiettivi", tranne tre cose.
Vestirmi, cucinare, pulire il bagno.
Inizio dal bagno. Tutto fila liscio in fondo. Macchè, squilla il telefono.
"Ciaaaaaaaaao amore, che fai?"
"Ciao, sto..." pausa. Non dirgli che sei inginocchiata tra water e bidet a recuperare la roba che hai fatto cadere per colpa dello squillo improvviso. "Sto sistemando". Ecco, meglio.
Mi destreggio per finire in fretta, con il telefono in una mano, lo sgrassatore stretto fra le ginocchia e la pezza nell'altra mano.
Di cucinare non se ne parla. Propongo al fratello di patteggiare sul panino al tonno, lui ribatte con un panino al cordon bleu. Cedo, ma pulisci tu.
Mentre sono a lavoro, trattenendo quel disgraziato di bambino che vuole riempire di botte l'altro amichetto - intento ad insultarlo sentendosi difeso - penso alla mia mamma. Sarà stanca? Si troverà bene?
Il moccioso sfugge, salta sull'avversario. Abbandono i pensieri e penso al recupero.
Torno a casa alle sei, un'ora più tardi del solito. Mamma in macchina ci dice quanto è contenta, quanto le piace, quanto non è stanca.
E' felice della casa pulita e del resto.
"Pensi di farcela ad aiutarmi allora?" - domanda
"Un gioco da ragazzi mà"
Eh già. Che sarà mai farlo per... per molto molto tempo ancora.